La festività pasquale meritava un approfondimento, che si è reso possibile grazie alla disponibilità del vicario generale mons. Orlando Gori. Come è stato vissuto il periodo quaresimale dalla comunità diocesana? ‘Con intensità. Tutte le comunità hanno accentuato il dinamismo religioso. Le parrocchie hanno seguito la lectio divina, i ritiri spirituali, gli incontri formativi, i centri di ascolto del Vangelo, l’adorazione eucaristica e la Via crucis. Ventiquattro persone hanno iniziato il catecumenato. Le ‘collette’ della Quaresima sono state finalizzate alle attività promozionali sostenute dalla diocesi in Tanzania, Kosovo e Perù. Come particolare novità di questa Quaresima, potrei citare l’affollata Via crucis dei giovani della diocesi presieduta dal vescovo mons. Domenico Sorrentino, svoltasi a Bastia’. L’evento pasquale crea una maggiore simbiosi tra clero e laici? ‘Si intensificano i rapporti sia perché i sacerdoti, entrando nelle famiglie per la tradizionale benedizione, vengono a contatto con le problematiche della gente, sia perché le pratiche religiose e i riti della Settimana santa suscitano partecipazione, creando un interscambio fra le persone’. Quale momento della Settimana santa viene giudicato più significativo nella nostra specifica realtà? ‘Senza dubbio la Veglia notturna del sabato santo. Rappresenta il momento culminante della liturgia cristiana. Per la sua complessità, la Veglia richiede una pluralità di operatori e di servizi; non può essere improvvisata e di conseguenza non può essere celebrata in piccole comunità, che dovrebbero ricercare forme aggregative. Purtroppo la Veglia pasquale non è adeguatamente percepita e resta più marginale rispetto alla messa della notte di Natale’. Via crucis e processioni suscitano una passeggera emozione o contribuiscono a rinsaldare la fede? ‘Emozioni, convinzioni e conversione non si oppongono fra loro, ma sono complementari. Il versante folcloristico – molto diffuso nella diocesi – può favorire distrazioni, ma quando alla ritualità si uniscono l’annuncio della Parola, il raccoglimento e un’autentica preghiera, il cuore è avvolto dalla fede’. L’anniversario della conversione di san Francesco e la prossima visita del Pontefice determineranno un impatto nelle celebrazioni del Sabato santo? ‘Questi due eventi non possono che incidere nella vita della nostra Chiesa. In ricordo dell’ottavo centenario della conversione di san Francesco, il vescovo Sorrentino ha indetto l’anno della conversione; la visita del Papa ridesta un interesse spirituale ed ecclesiale: due eventi che ‘colorano’ le iniziative pastorali e ne creano di nuove. La preghiera dell’anno della conversione appositamente preparata dal vescovo, recitata in ogni celebrazione, riassume le attese di ambedue gli avvenimenti’.
Dall’emozione alla conversione
DIOCESI. Come è stata vissuta la preparazione alla Pasqua? Risponde mons. Gori
AUTORE:
Francesco Frascarelli