Dal passato una luce per il futuro

Università. Inaugurato il 16 novembre l'Anno accademico. Intanto già si guarda al 2008, settimo centenario di fondazioone

Il 16 novembre è stato inaugurato il 699’Anno accademico dell’Università di Perugia. Si aspettava il presidente del Senato Franco Marini, che non ha fatto in tempo ad arrivare essendo stato trattenuto per la discussione sulla finanziaria ed è arrivato soltanto a cerimonia conclusa, intrattenendosi comunque a colloquio con le autorità accademiche e civili. La partecipazione comunque è stata ampia, a cominciare dal primo appuntamento nella chiesa dell’Università, come è ormai tradizione ininterrotta dal 1958, data della sua restituzione al culto. All’assemblea liturgica, presieduta dal vescovo Giuseppe Chiaretti, era presente al completo la dirigenza universitaria, molti professori e amministrativi e anche una ricca rappresentanza, non ufficiale, di studenti. Un vera riunione di preghiera con l’invocazione dello Spirito santo perché illumini gli studiosi e li conduca a tutta la verità. Mons. Chiaretti non ha mancato l’occasione per un puntuale magistero di dottrina cristiana a partire dalla Lettera a Filemone di san Paolo, nella quale la legge della schiavitù viene destituita di valore e di fondamento, esempio di come debba operare la comunità cristiana per trasformare la società e immettervi valori cristiani. Nell’Aula magna si sono svolte le tradizionali cerimonie con l’esecuzione dell’inno, i discorsi del rappresentante degli studenti e del personale amministrativo, la prolusione del prof. Francesco Pennacchi sullo ‘sviluppo locale sostenibile’. La parte maggiore l’ha avuta, come ovvio, il rettore Francesco Bistoni. Nella sua lunga e dettagliata relazione ha insistito sulla celebrazione dell’ 8’centenario di fondazione dello Studium perusinum, avvenuta ufficialmente nel 1308 con bolla del papa Clemente V, e sulle molteplici iniziative già da tempo avviate. Bistoni afferma che questa data non deve essere considerata solo celebrativa, ma un’occasione per valorizzare il passato e saper accettare le sfide del futuro. L’elenco delle cose fatte e quelle in programma presentato dal Rettore mostra come questa data sia stata caricata di grandi promesse, quasi come una svolta nell’autocoscienza del valore e del ruolo che l’istituzione universitaria dovrebbe assumere contro il pericolo della svalutazione che corre nella odierna società. ‘Gli atenei, infatti, vivono una stagione difficile di crisi e di profondo cambiamento all’interno della società’ e per questo si deve procedere ad un profondo rinnovamento. Bistoni ha rivendicato lo sforzo dell’Università nell’attenzione rivolta alla didattica e alla ricerca e anche all’offerta di servizi agli studenti, che nell’anno scorso, considerando le numerose tipologie formative, sono stati oltre 34.000, di cui il 40% da fuori regione. Ha anche rivendicato la giustezza delle scelte di acquisizione e di trasformazione edilizia compiute nei sei anni del suo rettorato. L’ampio discorso è stato concluso dal rettore Bistoni con le solenni parole di papa Clemente V nell’atto di istituzione dello Studium generale: ‘Col favore di Dio, dalla città stessa escano uomini dotti che rifulgano in tutto il mondo come splendore del firmamento, e destinati a durare in eterno come le stelle, valgano a guidare molti sulla via della giustizia’.

AUTORE: E. B.