Dal Consiglio delle autonomie locali: “L’Umbria Vuole un’autonomia selettiva”

Le Regioni diventano più snelle, ma vogliono avere più autonomia per evitare che ritorni il centralismo di un tempo. In questa ottica si muove anche la Regione dell’Umbria. Il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere favorevole al documento preadottato dalla Giunta regionale sulle riforme istituzionali, per l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni di autonomia ex articolo 116, terzo comma della Costituzione.

“Sono molto soddisfatto dell’esito dell’incontro con gli enti locali – ha sottolineato l’assessore Antonio Bartolini. – Mi pare che tutti sono consapevoli della necessità di portare avanti questo percorso e di condividerlo anche con le Regioni vicine all’Umbria, Toscana e Marche, e anche allargarlo alla Regione Lazio.

Dopo il confronto positivo con il Cal, siamo pronti a riportare in Giunta regionale il tutto per l’adozione definitiva, e a trasmettere poi ogni atto all’Assemblea legislativa, in modo da poter presentare l’istanza al Presidente del Consiglio dei ministri e al ministro per gli Affari regionali, e dunque attivare il Governo nei 60 giorni successivi al ricevimento. E resta ovviamente valida la proposta di istituire un tavolo comune tra le Regioni interessate e il Governo”.

Per anni – aggiunge – il leitmotiv che ha contraddistinto l’azione regionale è stato quello della “Regione leggera”. L’obiettivo in questi anni è stato obiettivamente raggiunto mediante la diminuzione degli assessori e dei consiglieri regionali; la drastica riduzione dell’apparato regionale e delle sue agenzie; il contenimento del numero delle società partecipate; la riforma delle Province; la liquidazione delle Comunità montane; l’accorpamento delle aziende sanitarie; l’abbattimento dei costi della politica.

Dalla “Regione leggera” bisogna però passare alla “nuova Regione”, visto che oggi – prosegue Bartolini – le Regioni appaiono come macchine bloccate, e molti di questi blocchi vengono dal rinvigorito centralismo che taglia risorse e aumenta il proprio peso di decisione sulle politiche regionali. Alcune (quelle del Lombardo- Veneto) hanno imboccato la via referendaria; altre (l’Emilia- Romagna) la strada costituzionale, individuata dall’articolo 116 della Costituzione.

L’articolo 116 prevede, in sostanza, che le Regioni possano ottenere una maggiore autonomia legislativa e amministrativa su materie di vitale importanza per i territori, quali beni culturali e paesaggio, ambiente, governo del territorio, turismo, diritto allo studio, formazione ed istruzione, università, sviluppo economico, sanità e welfare. A questo proposito il Governo nazionale sembra aver posto due condizioni: le Regioni dovranno avere i conti a posto, e l’attribuzione di maggiore autonomia legislativa e amministrativa non dovrà minare il fondamento dell’unità giuridica ed economica dalla nazione.

“L’Umbria – ha affermato l’assessore – ha i conti a posto, e può dunque sedersi al tavolo dell’articolo 116 con l’obiettivo di avere una Regione più semplice e competitiva, mettendo l’autonomia come leva dello sviluppo e della semplificazione. L’Umbria non ha bisogno e non vuole un aumento indiscriminato di competenze, ma una ‘autonomia selettiva’ messa al servizio di grandi obiettivi programmatici in cui si pone come territorio di eccellenza”.

 

AUTORE: Emilio Querini