Da te, maestro di conversione

Visita del Papa ad Assisi il 17 giugno: i motivi della scelta di Benedetto XVI

La notizia che Benedetto XVI verrà ad Assisi domenica 17 giugno, data dall’arcivescovo Domenico Sorrentino lo scorso 7 dicembre, non è giunta del tutto improvvisa. Egli ne aveva infatti parlato, pubblicamente e in più occasioni, ‘con fondata speranza’. Ma poiché non è difficile immaginare la mole di richieste già rivolte al Papa a visitare l’una o l’altra città, è lecito chiedersi: perché questa scelta? Di primo acchito si potrebbe dire che Benedetto XVI verrà ad Assisi, – vi tornerà, anzi, considerando le tre visite compiute da cardinale al monastero tedesco di Santa Croce, e forse altre ancora – per porre sotto la protezione del Patrono d’Italia il suo ministero petrino, come già fecero Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, rispettivamente il 4 ottobre 1962 e il 5 novembre 1978, all’inizio dei rispettivi pontificati. E non c’è dubbio che anche questo farà il Papa, specie in occasione della celebrazione dell’eucaristia con i vescovi delle diocesi umbre nella basilica di San Francesco. Ma il motivo preminente della sua venuta è tuttavia quello di ricordare l’evento della conversione del venticinquenne Francesco, avvenuta ‘ o, meglio, iniziata – ottocento anni fa nell’ascolto del Crocifisso di San Damiano: ‘Va’, Francesco, ripara la mia casa”. Francesco andò, e il mondo s’illumina ancora della sua figura. Nel Testamento scritto nel 1226, l’anno del suo transito, egli volle tornare a quella sorgente di grazia scrivendo: ‘Il Signore concesse a me, frate Francesco, d’incominciare così a fare penitenza” . Conversione come dono, prima ancora che scelta personale. Benedetto XVI viene dunque ad Assisi per far memoria di quel decisivo passaggio di Francesco che chiamiamo conversione. Ma, ancor più, viene per invitare ciascuno a fare altrettanto. L’invito, in verità, era già venuto dal vescovo mons. Sorrentino attraverso la sua prima lettera pastorale intitolata appunto Anno della conversione. ‘Si tratta di convertirci a Cristo, anzi ‘in’ Cristo, ossia di ‘trasformarci’ in lui. (‘) Questo anno della conversione dovrà vederci impegnati a esaminare la nostra coerenza tra fede e vita: conversione personale, conversione comunitaria, conversione pastorale’. Così, mons. Sorrentino, alla sua Chiesa diocesana. A Benedetto XVI non è sfuggito il felice nesso tra i due passaggi spirituali ‘ quello di otto secoli fa, compiuto da Francesco, e quello da compiere oggi, da parte di ciascuno ‘ operato dal vescovo. E nel discorso rivolto ai sacerdoti della diocesi di Albano il 31 agosto scorso il Papa ha fatto un esplicito riferimento, cosa tutt’altro che frequente, a tale collegamento.’Ho letto con grande piacere che il vescovo di Assisi, mons. Sorrentino, proprio per ovviare a questo ‘abuso’ della figura di san Francesco (egli ‘non era solo un ambientalista o un pacifista’, aveva detto in precedenza) in occasione dell’VIII centenario della sua conversione vuole indire un Anno di conversione’. Il Papa si è ancora riferito a questo ottavo centenario nel messaggio inviato allo stesso vescovo nel settembre scorso, in occasione del ventennale della Giornata mondiale di preghiera per la pace del 1986. Saranno certo moltissimi coloro che domenica 17 giugno si recheranno ad Assisi per vedere e ascoltare Benedetto XVI. L’auspicio è che non sia la curiosità a guidarli, ma il desiderio di rivivere assieme a lui l’estasi di cui parla Francesco nel suo Testamento: ‘Allontanandomi dai peccati, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo’.

AUTORE: Vittorio Peri