La festa diocesana del santuario dell’Amore Misericordioso, preceduta da una solenne novena animata dai padri della comunità del santuario, ha avuto inizio giovedì 27 settembre con la Giornata dell’anziano e del malato. Al termine della liturgia penitenziale e delle acque, mons. Carlo Franzoni, vicario generale della diocesi, ha presieduto una solenne concelebrazione animata dai volontari dell’Unitalsi e da quelli del santuario.
All’omelia mons. Franzoni ha detto: “La Giornata del malato, nel contesto della festa diocesana dell’Amore Misericordioso, è un avvenimento importante che con gli anni si va sempre più consolidando. Siamo invitati in questa celebrazione a rivivere la realtà della Chiesa di Corinto, particolarmente cara all’apostolo Paolo: anche noi sentiamo su di noi le ‘debolezze’ dei fratelli di quella comunità (debolezze nel corpo e nello spirito)… ma sentiamo soprattutto rivolta a noi l’esortazione dello stesso Paolo: ‘Dio ha scelto ciò che è stolto e ciò che è debole per confondere i sapienti e i forti’… Una chiamata che ci conduce ‘in alto’ e ci solleva ogni giorno dai nostri orizzonti troppo limitati e dalle nostre piccolezze, come è accaduto a san Vincenzo de’ Paoli che ha dedicato poi tutta la sua vita, guidato dallo Spirito santo, a quella realtà… Anche la venerabile Madre Speranza – ha sottolineato – è stata capace di annunciare con la sua testimonianza di contemplazione e di azione la grandezza della misericordia di Dio a partire dalle miserie dell’uomo del nostro tempo. Essere a Collevalenza ci fa sentire particolarmente vicini a lei, pronti e disponibili ad accogliere questa sua preziosa eredità”.
Venerdì 28 ha avuto luogo una solenne e ben curata Via crucis meditata con i testi della venerabile Madre Speranza.
Sabato 29 si è celebrata la liturgia penitenziale e delle acque, con concelebrazione eucaristica presieduta da padre Ireneo Martin, rettore del santuario. All’omelia padre Ireneo ha ricordato: “Era l’agosto del 1951 allorquando Madre Speranza giunse a Collevalenza con i primi Figli e alcune Ancelle per iniziare l’opera del santuario e per esserne lei stessa la ‘portinaia’ perché il buon Gesù potesse irradiare da questo luogo benedetto in tutto il mondo la sua misericordia”.
Domenica 30 nell’auditorium della casa del Pellegrino il card. Camillo Ruini ha tenuto una apprezzata conferenza sul tema “L’Amore Misericordioso e la nuova evangelizzazione, guardando all’Anno della fede”. Il card. Ruini ha subito detto che “l’Amore Misericordioso è il cuore del Vangelo, è l’annuncio dell’amore di Dio, è la rivelazione di Dio dono d’amore”.
Ed ha proseguito: “Gesù Cristo ci rivela l’amore di Dio per noi e nella croce di Gesù Cristo si manifesta l’amore folle di Dio: un amore sconvolgente che va oltre ogni nostra speranza. Oggi si parla della crisi della fede e di rifiuto del riconoscimento della forza del cristianesimo e della verità proclamata: l’amore di Dio per noi grazie al Suo perdono e alla Sua misericordia. La nuova evangelizzazione in questo nostro tempo deve riproporre Dio Amore e l’amore solidale del prossimo. L’Anno della fede, per essere evangelizzante, deve ripresentare l’amore di Dio per noi e la Sua misericordia per poter riprendere un cammino di fede testimoniata”.
L’omelia del vescovo mons. Tuzia
Mons. Benedetto Tuzia ha presieduto la solenne concelebrazione con i presbiteri della diocesi ed ha svolto un’omelia ricca di spunti da meditare partendo dalle letture del giorno. “L’Amore Misericordioso – ha detto – è descritto dalle bellissime immagini del profeta Osea: è un amore forte, fedele, quasi viscerale, muove da ciò che è dentro, da qualcosa che ti prende dentro, non soltanto nel cuore, nei sentimenti… E quando giunge l’ora, Gesù, che è ripieno di tutta la potenza di Dio, fa una scelta: quella di inginocchiarsi davanti ai suoi amici e di lavare loro i piedi. Che cambio così forte della nostra idea di Dio! Noi siamo chiamati ad inginocchiarci davanti a questo Dio… Gesù quasi scrive un modo diverso da parte nostra di guardare Dio, di guardare il vero amore di Dio”.
Poi il consegnarsi di Gesù, con il dono della sua stessa vita, e il dono del suo corpo nell’eucarestia. Gesù ci ha dato il suo corpo e ci ha chiesto di fare come lui: “Fate questo in memoria di me”. “Io credo – ha continuato il Vescovo – che Madre Speranza si sia soffermata su questa pagina, sull’eucarestia, cioè che abbia trascorso chissà quanti momenti di contemplazione, di immersione in questo amore che poi lei traduce: ecco, questo è l’Amore Misericordioso di Dio, il mettersi totalmente nelle nostre mani che non sono sempre affidabili, ma nonostante tutto avere una grande fiducia che quelle mani saranno trasformate, convertite”. Il testo integrale dell’omelia sul sito www.diocesiorvietotodi.it.