l tempo non si ferma e continua a scorrere, nonostante tutto e tutti. Che cosa sia questo scorrere, nessuno lo sa né sa definirlo. Non si avverte neppure che la vita stessa scorre e vola via: ce ne accorgiamo quando un amico scompare, e non ci sembra vero né possibile, eppure è così, ineluttabile. E scorre anche la memoria, per cui la perdita stessa di una persona si allontana e tu te ne distacchi.
Eppure vi sono fasi situazioni in cui il pensiero si ferma e scava dalla memoria volti, amori, sentimenti, odori e colori del tempo passato. Sembravano scomparsi e invece sono là, presenti allo sguardo interiore. Così tu puoi fermarti per qualche istante lasciando che quei volti parlino e ti siano presenti come compagni di vita. Questo può avvenire quando ci si ferma per un ritiro spirituale, per un incontro di preghiera contemplativa, per una vicenda che arriva come una scossa, un elettroshock, e ti blocca. Può accadere anche quando le circostanze della vita ti costringono a fare i conti con il passato, a fare un bilancio, ti devi assumere una responsabilità e devi rispondere a qualcuno, e soprattutto a Qualcuno. Essere costretti a fare questa fermata come di un auto perennemente in corsa, per chi non è abituato, può costituire un’opportunità. Si soffre molto quando questa fermata è imposta per regola, in un momento in cui la vita è frenetica e ogni stop rappresenta uno strazio.
Questo discorso viene fuori prepotente per la ricorrenza dei 60 anni de La Voce. A qualcuno potrà sembrare fuori luogo e sbilanciato, per chi vede le cose in senso banalmente ordinario e volgarmente banale. Per evitare questa sensazione potrei fare nomi ed evocare persone che ora sono finite nell’oblio, coperte da un cono d’ombra pesante, note solo a Dio: hanno avuto cuore, intelligenza, passione, arditezza, e hanno espresso valori umani molto rari nel mercato dell’Umano.
Nella storia collettiva di questo giornale ci sono molte storie individuali di persone che hanno avuto idee e coltivato ideali, che hanno riflettuto e meditato, comunicato e anche polemizzato aspramente. Alcuni hanno avuto danni personali dalle proprie prese di posizione e dal coraggio delle affermazioni. Un giornale puramente ideale, senza alcuno scopo di lucro o di potere al tempo delle utopie forti e delle ideologie perverse. Attento soprattutto al mondo dei poveri e di quelli che erano considerati ignoranti, magari bigotti, perché andavano in chiesa e dicevano il rosario. Una di queste persone era mia madre.
Quante madri e donne analfabete hanno sostenuto la battaglia della cultura cattolica e hanno resistito alla violenza dell’ideologia squadrista e comunista, educando i figli all’onestà e alla libertà! Si dovrebbero porre definizioni e limiti per le fasi del tempo trascorso. Non è questo il luogo. Ma un richiamo semplice agli amici ad andare oltre il dato superficiale dello scorrimento veloce dell’esistenza e un richiamo a soffermasi su tutto ciò che non ha tempo e resiste all’usura: l’amore, la bellezza, la gioia. Una Voce solo per questo: già basta.