Cristiani venuti dalla terra d’Egitto

Gualdo Tadino. La comunità copto-ortodossa si sente accolta e spera in ulteriori passi avanti

Prima messa coptaDomenica 8 luglio, festa di santa Marina, a Gualdo Tadino presso la cattedrale di San Benedetto (ore 9.30) alla presenza del vescovo mons. Sorrentino, del vescovo copto Barnaba El Soryany e delle autorità civili gualdesi, si svolgerà una cerimonia religiosa ecumenica e sarà presentata la vita di santa Marina. Alle 10 verrà benedetta la chiesa di Santa Margherita e celebrata la messa di rito copto-ortodosso.Non tutti sanno, nemmeno a Gualdo Tadino, che una delle chiese immediatamente al di fuori del circuito delle mura del centro storico oggi appartiene alla comunità copta della città. Formata da poco più di un centinaio di immigrati egiziani e sudanesi, la piccola comunità ha ricevuto dall’Amministrazione comunale di Gualdo Tadino – con l’assenso della Curia vescovile – la possibilità di officiare l’ex chiesa di Santa Margherita. Mons. Barnaba El Soryany, capo della comunità copta italiana, ha quindi nominato fra Bakhomius parroco di Santa Margherita. I buoni rapporti fra i copti e i cattolici sono poi stati suggellati da altri due eventi. Il primo, la decisione della parrocchia di aprire una scuola professionale per icone sacre – tipici prodotti delle Chiese orientali – la metà dei cui posti sarà riservata a giovani gualdesi. Il secondo, il dono da parte del Patriarca di Venezia mons. Angelo Scola, alla comunità copta di Gualdo, di una sacra reliquia di santa Marina molto venerata in Oriente. La cerimonia si è tenuta domenica scorsa 24 giugno nella basilica di San Marco a Venezia, con l’affidamento della reliquia ad una delegazione della comunità copta di Gualdo Tadino, presente alla cerimonia. E c’è grande attesa a Gualdo Tadino per la cerimonia di domenica prossima, 8 luglio. La chiesa di Santa Margherita rimarrà – assicura mons. Soryany – aperta a tutti i gualdesi che vorranno pregare con copti e ortodossi ‘nel rispetto reciproco e per la gloria di Dio’. Sono ottimi i rapporti fra i cattolici gualdesi e i copti ortodossi’ dice don Gianni Brunetti, parroco coadiutore di San Benedetto a Gualdo. ‘Prima ancora che avessero la loro chiesa, per molti riti, come i battesimi, facevano riferimento alla chiesa di San Giuseppe Artigiano. Vanno ammirati, perché sono cristiani convinti, osservanti e rispettosi della loro secolare tradizione di fede e di liturgia. Sono davvero un esempio per noi cristiani italiani! E noi, vista anche la persecuzione che subiscono quotidianamente nei loro Paesi d’origine, abbiamo il dovere morale di esser loro vicini, di assisterli e di collaborare con loro. Dal canto loro, secondo me, è indicativo che proprio sulla porta della chiesa di Santa Margherita (o Santa Marina, dall’8 luglio) i copti gualdesi abbiamo attaccato una foto del Patriarca copto di Alessandria assieme a Govanni Paolo II.’ Pochi la conoscono, ma la storia della comunità copta di Gualdo Tadino è una di quelle che andrebbero raccontate, non solo perché è un esempio di convivenza civile ma soprattutto perché è una testimonianza di ‘accoglienza’ nel senso profondo della parola. Domenica 8 luglio avranno la loro parrocchia (vedi articolo a pagina 20) e per conoscerne la storia siamo andati a trovare Milad Stella Youssif, che della comunità copta gualdese è praticamente il capostipite e l’animatore. Commerciante ambulante, conosciutissimo in città, Milad abita oggi, con la sua famiglia, nell’immediata periferia gualdese. Egiziano di nascita, Milad giunse in Italia nel 1984, giovanissimo, e fu accolto e adottato da una famiglia gualdese da cui prese il primo dei suoi due cognomi. Anche l’accoglienza che sia Milad sia la moglie e il figlio maggiore ci riservano nel loro grazioso appartamento è calorosissima. Quant’è grande, oggi, la comunità copta di Gualdo? ‘In città e nei comuni vicini i copti, tutti di origine egiziana, sono una cinquantina. A questi vanno aggiunti una trentina di fedeli provenienti dalle Marche – Ancona, Jesi, Fabriano – e da Perugia che, una volta ogni due settimane, fanno anche 100 km per venire a messa a Gualdo’. E quando è nata? ‘Negli anni ’90. All’inizio c’eravamo solamente io e la mia famiglia; poi, poco alla volta, sono giunti dall’Egitto i miei fratelli ed altri amici, e la comunità è cresciuta, anche perché alcuni nostri amici si sono trasferiti da Macerata. Nei primi tempi ci riunivamo in un garage qua vicino, dove celebravamo la messa. L’abbiamo fatto per 6 anni, finché lo spazio non è stato più sufficiente, grazie soprattutto a padre Bacomius El Soryany, il parroco che ci ha seguiti’. A chi vi siete rivolti, allora? ‘Ai sacerdoti di Gualdo, alla Curia di Assisi e all’Amministrazione comunale. Non è stato semplice trovare una sistemazione, perché molti edifici erano danneggiati dal terremoto; ad esempio la chiesa della Madonna delle Rotte, che abbiamo chiesto all’inizio. Poi, grazie all’assessore Scassellati, oggi sindaco, e al povero Rolando Pinacoli, con il pieno appoggio dell’allora vescovo mons. Sergio Goretti – che ha sempre aiutato la comunità copta gualdese, come l’attuale vescovo mons. Sorrentino – ci fu affidata la chiesa di Santa Margherita, che è diventata la nostra parrocchia’. Non è un molto grande: basta alle vostre esigenze? ‘Siamo davvero grati a Gualdo per questo dono: prima di ogni altra cosa! C’è però il fatto che le nostre cerimonie domenicali sono molto solenni e durano almeno quattro ore; a Natale e Pasqua si trascorrono in chiesa intere giornate, eppure attorno alla chiesa non ci sono né servizi igienici né casa parrocchiale e padre Bacomius viene gentilmente ospitato da padre Tommaso, priore del convento dei Cappuccini. Inoltre, la chiesa è molto fredda d’inverno. È questo il motivo per cui abbiamo fatto richiesta di utilizzare l’ex chiesa di Santa Chiara, di proprietà comunale, che è però attualmente inagibile. Ma la rimetteremmo a posto a nostre spese!’.’L’accoglienza dei gualdesi è calorosa dappertutto – aggiunge la moglie di Milad -, a scuola, in ospedale, in Comune’. ‘Sono d’accordo’ aggiunge con perfetta cadenza gualdese Marco, il figlio maggiore, che frequenta il quarto anno del liceo scientifico Casimiri insieme alla sorella, più piccola di due anni. ‘Anche se non mancano i pregiudizi: quel che più mi dà fastidio è che, spesso per ignoranza, si facciano delle generalizzazioni: ‘Tu sei egiziano? Allora sei musulmano!’. Nessuno sa che il 10% degli egiziani è di religione cristiana. La situazione dei cristiani in Egitto è grave: il governo, ufficialmente, tollera i copti, ma poi fa poco o niente per evitare violenze nei nostri confronti da parte degli estremisti islamici. Specie al sud siamo quasi al livello di una persecuzione! E qui in Europa se ne parla poco o niente…’ ‘È una violenza dietro l’altra – aggiunge la signora Youssif. – Le donne vengono rapite e convertite a forza all’islam, ma restano fra loro come musulmane di categoria inferiore. E se provano a tornare cristiane, vengono uccise!’ Che ne pensate dei rapporti fra ortodossi e cattolici? Non vi piacerebbe una maggiore unità? ‘Il cammino da fare è ancora molto lungo: la cerimonia ecumenica gualdese dell’8 luglio è solo l’inizio’. Ma a Gualdo Tadino intanto si fanno dei passi avanti, penso mentre esco da casa Stella Youssif con due regali: due immagini di santa Marina e sant’Antonio, con la scritta in arabo. Santi africani: non va dimenticato.

AUTORE: Pierluigi Gioia