L’Assemblea ecclesiale diocesana di settembre si è misurata con un problema semplice e complesso allo stesso tempo, sotto due aspetti: il primo spazio-temporale perché ci si trovava a far verifica dell’anno pastorale trascorso ed a porre basi solide per portare avanti il progetto d’iniziazione cristiana; il secondo perché la non efficacia della catechesi precedente è evidentissima – come ci siamo detti più volte – e una nuova sicura metodica non è stata ancora individuata. Quindi, semplice la diagnosi ma complessa la terapia. L’assemblea intanto è partita da una necessaria base teologica “Il battesimo e l’iniziazione cristiana” affidando il compito della relazione a mons. Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della Commissione Cei per la liturgia. II battesimo normalmente viene impartito a bambini di pochi mesi, quindi già cristiani prima di averne la consapevolezza. Ma Tertulliano, apologeta del secondo secolo, affermava che “cristiani non si nasce, si diventa”. Malgrado l’apparenza, la prassi e la dottrina non sono in contrasto: il bambino battezzato è già cristiano perché, ricevendo lo Spirito, è già incorporato a Cristo ed inserito nella Chiesa alla quale, come comunità, spetta il compito primario ed ineludibile di annunciare questa verità e di renderlo consapevole mano a mano che cresce la sua capacità di apprendere questo Mistero reale di salvezza. Tanto più che la fede è un dono, non è un nostro merito. E questa stretta connessione tra i sacramenti e la crescita nella fede è stato l’oggetto della relazione. I sacramenti dell’iniziazione, battesimo e confermazione o cresima sono finalizzati all’eucaristia e su di essa si fondano. È lì che si deve giungere e poi continuamente spingersi per andare avanti, per cui l’iniziazione cristiana è l’incorporazione a Cristo mediante l’appartenenza alla Chiesa; L’iniziazione cristiana è frutto congiunto dei sacramenti e dell’annuncio di fede. L’avvio alla fede vissuta è prima di tutto compito dei genitori aiutati dalla comunità alla quale appartengono. La difficoltà sta quindi in una conversione pastorale che viene richiesta a ciascuno di noi ed alla comunità rispetto ad una metodica che ci siamo portati dietro da alcuni secoli. Ai partecipanti, riuniti poi in piccoli gruppi, è stato chiesto di come realizzare questa conversione facendo proposte. Il vescovo mons. Paglia ha aperto e chiuso l’assemblea. Egli ha detto che dal cammino intrapreso non si tornerà più indietro; ed è un cammino ormai accolto nella Chiesa italiana con più o meno solerzia nelle singole diocesi. La nostra Chiesa diocesana offrirà con successivi incontri le coordinate teologiche e pastorali degli altri sacramenti. Sussidi e modalità precise sono allo studio di una commissione già istituita, e quanto prima verrà posto all’attenzione il problema del battesimo degli adulti e del relativo catecumenato.
Cristiani si diventa
Le riflessioni su battesimo e iniziazione cristiana all’Assemblea diocesana
AUTORE:
Nicolà Molè