Dopo qualche settimana di pausa, in cui abbiamo riascoltato alcuni “storici” commentatori della Parola su La Voce, da questa settimana torna la Bibbia “firmato famiglia” con i coniugi Leonardi, Paola e Maurizio. Nel ringraziarli per la loro disponibilità, ringraziamo ancora quanti li hanno preceduti.
Maurizio è chimico e manager, spesso impegnato per lavoro oltreoceano, mentre Paola è casalinga, ma non meno “presa” dalla gestione familiare. Sono Salesiani cooperatori dal 1984 e sposi dal 1987. Hanno due figli, Luca ed Andrea di 27 e 22 anni, e due figlie, Maria Letizia e Maria Giulia di 25 e 16 anni. Luca e Maria Letizia, anche loro Salesiani cooperatori e già laureati all’Università di Perugia, sono alle prese con le prime esperienze lavorative; e tutti e quattro offrono il loro impegno in attività di animazione in ambito giovanile.
Quale servizio svolgete nella comunità ecclesiale?
“Prima del matrimonio – ci dicono Paola e Maurizio – eravamo entrambi impegnati nella pastorale giovanile e nella catechesi. Dopo i primi anni di matrimonio abbiamo accolto con gioia l’invito ad animare, col nostro parroco, gruppi di giovani coppie nostre coetanee e, con alcune di loro e il parroco, abbiamo iniziato ad accompagnare il cammino dei nubendi entrando anche a far parte della Commissione diocesana della pastorale familiare di cui il Vescovo ci ha affidato la corresponsabilità nel 2011. Dallo scorso maggio, Maurizio è anche segretario del Consiglio pastorale diocesano di Terni”.
E la vostra spiritualità coniugale?
“Il nostro essere famiglia da 28 anni, si è sempre caratterizzato come crescita in ‘una sola carne’ nella nostra vocazione cristiana e coniugale, nell’appartenenza alla comunità cristiana e nel servirla con entusiasmo ed impegno a livello parrocchiale e diocesano scoprendo e testimoniando ogni giorno la bellezza e la responsabilità reciproca di ‘rendere la moglie più donna e il marito più uomo’”.
Le radici del vostro impegno come laici nella Chiesa.
“Sappiamo di dover essere grati alle nostre famiglie di provenienza e alla loro testimonianza di fede, semplice ma incarnata che – nei momenti di gioia ma anche nelle difficoltà e nel dolore – ha costituito una risorsa sicura a cui attingere per avere sostegno e incoraggiamento. Non di meno è stato per noi determinante l’incontro con Gesù e con la sua Chiesa nel volto gioioso e accogliente della spiritualità salesiana che, attraverso i figli di don Bosco e l’associazione dei Salesiani cooperatori, si è presa cura di noi e, nonostante i nostri limiti, continua a impregnare il nostro essere sposi e genitori. Cerchiamo di mantenerci sempre attenti alla dimensione educativa delle relazioni familiari ed ecclesiali, improntate al trinomio ragione, religione, amorevolezza”.