Fra le iniziative messe in atto in occasione del 750° della morte del beato Egidio d’Assisi, dopo quelle che hanno avuto luogo a San Francesco al Prato di Perugia nei giorni 19-23 aprile, merita di essere raccontata la giornata di studio tenutasi, sempre nel capoluogo umbro, il 30 giugno a Monteripido e organizzata dal Centro interuniversitario di studi francescani e dalla Società internazionale di studi francescani, d’intesa con le comunità religiose di San Francesco al Monte e di San Francesco al Prato. La giornata si è inserita nel seminario di formazione in storia religiosa e studi francescani dei secoli XIII-XV, in corso in Assisi dal 26 giugno al 6 luglio e aperto alla partecipazione di giovani studiosi e ricercatori italiani e stranieri.
A moderare l’incontro, a cui hanno partecipato relatori di fama internazionale, Antonio Rigon, dell’Università di Padova, e Paola Monacchia, della Deputazione di storia patria per l’Umbria.
La prima relazione è stata di Luigi Pellegrini, dell’Università di Chieti, che ha descritto la vita di Egidio ponendola in perfetta linea con la vita della prima fraternitas minoritica caratterizzata da povertà, lavoro, itineranza, pellegrinaggio, missione, ecc. Solo dopo la morte di Francesco, quando Egidio compie la scelta eremitica e contemplativa, si può parlare di una sua peculiarità. Il secondo intervento è stato di Attilio Bartoli Langeli, della Deputazione di storia patria per l’Umbria, che ha parlato della nobile famiglia Coppoli, in particolare di Bonconte che ospitò Egidio sul “Monte” e del figlio Giacomo che con altri familiari condivise l’esperienza eremitica egidiana, e nel 1276 donò l’eremo al convento di San Francesco al Prato perché vi venissero celebrate messe in onore del Beato. Giuseppe Cremascoli, dell’Università di Bologna, affrontando il tema del genere letterario dei Dicta di Egidio, raccolti e trasmessi da alcuni suoi confratelli, ha individuato negli Apophtegmata Patrum il loro retroterra principale, ma ne ha anche rilevato i tratti originali, derivanti sia dall’esperienza del Beato con Dio sia dal vissuto quotidiano.
Anche la relazione di Stefano Brufani, dell’Università di Perugia, è stata incentrata sui Dicta egidiani: sulla loro straordinaria fortuna, sul loro inserimento a pieno titolo nell’attività di esortazione, predicazione e di edificazione spirituale svolta da Francesco e dai suoi frati, e sulla loro complessa storia redazionale che non consente di arrivare agli ipsissima verba di Egidio, pur potendosi affermare che la sostanza appartiene a lui. Maria Teresa Dolso, dell’Università di Padova, ha svolto il tema delle Vitae egidiane: dopo aver accennato alle due più antiche, quella attribuita a frate Leone e quella trasmessa dal Codice perugino, ha presentato la vita inserita nella Chronica XXIV Generalium scritta da Arnaldo da Sarrant e quella inserita nel De conformitate di Bartolomeo da Pisa, entrambe del secolo XIV, e le problematiche che da esse scaturiscono.
Corrado Fratini, dell’Università di Perugia, prima ha riassunto il previsto intervento di Roberto Giordani, dell’Università di Perugia, impossibilitato purtroppo a partecipare, poi ha parlato delle rappresentazioni pittoriche dei compagni di Francesco – discorso reso più vivo dalla proiezioni delle immagini – e in particolare di alcune raffigurazioni di Egidio, come l’affresco di Monteripido (sec. XIV), la tavola quattrocentesca di Mariano D’Antonio, le miniature della Franceschina, ecc.
Infine, Grado G. Merlo, dell’Università di Milano, ha tirato le conclusioni dell’intensa giornata, evidenziando i buoni risultati raggiunti, indicando alcune problematiche che meritano di essere ulteriormente approfondite e auspicando una nuova “primavera francescana” a livello di studi, ricerche e interesse, soprattutto da parte di giovani capaci e pieni di buona volontà.