di Tonio Dell’Olio
Prima ancora che schierarsi dalla parte di Nicolàs Maduro o di Juan Guaidò, la comunità internazionale è chiamata ad ascoltare il grido disperato di un intero popolo affamato. In Venezuela la situazione sociale, anzi umanitaria, è drammatica. Non c’è accesso a medicine e generi di prima necessità, la gente è costretta a scappare verso i Paesi confinanti, è aumentata la criminalità, negli ospedali non sanno più come curare i pazienti.
Questa è la realtà inconfutabile. E invece, ancora una volta, le nazioni assumono posizione sulla base della convenienza geostrategica o dietro una maschera ideologica che ha sapore di stantio. Prima ancora che schierarsi con l’uno o con l’altro, ogni nazione dovrebbe coerentemente provvedere a inviare aiuti ed esercitare un controllo sulla loro equa distribuzione.
Soltanto dopo si dovrebbe ragionare sul fatto che quel Paese, notoriamente ricchissimo di materie prime a cominciare dal petrolio, non ha mai sofferto la fame, pertanto è quanto mai necessario capire le cause della situazione attuale. La politica ha senso nella misura in cui è al servizio delle persone e dei loro bisogni concreti. Tutto il resto è un tragico teatrino destinato a fare aumentare il numero delle vittime.