‘In dialogo con i cristiani delle diverse confessioni occorre impegnarsi ad avere cura del creato, senza dilapidarne le risorse e condividendole in maniera solidale’. È l’invito lanciato da Benedetto XVI, durante l’Angelus pronunciato il 27 agosto da Castelgandolfo. ‘Il degrado ambientale rende insostenibile particolarmente l’esistenza di poveri della terra’, ha esclamato il Papa, definendo il creato un ‘grande dono di Dio esposto a seri rischi da scelte e stili di vita che possono degradarlo’. Ad offrire lo spunto alle parole papali, la Giornata per la salvaguardia del creato (citata dallo stesso Pontefice), che si celebrerà – per la prima volta in Italia – il 1’settembre. Istituita dai vescovi nel corso del Consiglio permanente della Cei del gennaio scorso, la Giornata ‘ si legge nel sussidio elaborato dalle Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e dalla Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo ‘ intende tra l’altro rilanciare gli obiettivi della Charta Oecumenica firmata nel 2001 dalle Chiese cristiane, a partire dalla loro ‘comune preoccupazione’ per uno sfruttamento dei beni della terra che avviene ‘senza tener conto del loro valore intrinseco, senza considerazione per la loro limitatezza e senza riguardo per il bene delle generazioni future’. Tutto ciò, anche in vista della terza Assemblea ecumenica europea, in programma a Sibiu (Romania) nel 2007, dove il tema della ‘riconciliazione col creato’ avrà ‘un’importanza determinante’. Tra gli stili di vita stigmatizzati nel sussidio della Cei, ‘un consumo di risorse e una produzione di rifiuti che superano largamente le capacità di rinnovamento della Terra, ipotecandone così la vivibilità per le future generazioni’. ‘Viviamo in città inquinate, in una natura sempre più impoverita, mentre sempre più spesso ci capita di interrogarci sulla sicurezza di ciò che mangiamo’, ammoniscono i vescovi. Senza contare ‘i poveri della terra’, per i quali ‘il degrado dell’ambiente è un fattore critico, che rende insostenibili situazioni dalla vivibilità già assai fragile’. Di qui l’attualità dell’appello alla ‘conversione ecologica’ di fronte ‘alla minaccia di una distruzione incombente’, fatto da Giovanni Paolo II nel 2001, ma già presente implicitamente nel messaggio per la Giornata mondiale per la pace del 1990. Nel sussidio viene citato anche il capitolo X del Compendio della dottrina sociale della Chiesa, che ‘si è ampiamente soffermato sul degrado dell’ecosistema planetario’. In ambito ecumenico, la proposta di istituzione di una Giornata per il creato nasce nel 1989, in primo luogo dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, ed è stata al centro della II Assemblea ecumenica europea di Graz (1997). ‘La responsabilità per il creato ‘ si legge ancora nel sussidio ‘ è stata una riscoperta comune delle Chiese cristiane’ ed oggi rappresenta ‘un importante spazio di dialogo e incontro tra i cristiani delle diverse confessioni, nel quale essi porteranno le rispettive sensibilità in vista di una crescita comune’. Tra le ‘forme di espressione’ dell’impegno per la salvaguardia del creato, la Cei suggerisce ‘una rilettura della comune eredità biblica, un esame delle problematiche ecologiche del nostro tempo’ e la ‘concreta ricerca di nuovi stili di vita personali e comunitari’.