C’è una terza via tra l’accanimento e l’abbandono terapeutico: vengono definite cure palliative e servono a sostenere i malati affetti da patologie irreversibili (principalmente tumori, Aids, malattie neurologiche gravi) quando le terapie mirate alla guarigione non trovano più un’indicazione. Da circa dieci anni l’associazione “Con Noi” di Santa Maria degli Angeli, opera in questo settore mettendo a disposizione dell’Unità operativa di Cure palliative dell’ospedale di Assisi e dell’Usl n.2, personale sanitario e volontari per garantire gratuitamente ai malati l’assistenza (anche domiciliare), la fornitura di materiali sanitari, nonché tutto il supporto globale – sanitario, sociale e psicologico – non solo per il paziente, ma anche per la famiglia. Il tutto con uno scopo: affrontare serenamente la malattia superando quel senso d’isolamento che, nella maggior parte dei casi, colpisce chi sa di non poter più tornare ad una vita normale.
“Quando ci si sente soli nella malattia – ha spiegato Manlio Lucentini, responsabile del Servizio per le Cure palliative dell’Asl 2 – è come vivere in una sorta di zona grigia ed è facile pensare ad un ‘suicidio assistito’. Proprio in questa fase il nostro supporto è importante. Laddove si interviene con le cure palliative infatti, il desiderio di non andare più avanti diminuisce, anche se non scompare”.Un tema scottante quello dell’eutanasia molto sentito anche dal presidente dell’associazione, Giampiero Bianconi, che ha sottolineato che “alleviare la sofferenza di chi è ormai giunto ad uno stadio terminale vuol dire garantire anche in momenti difficili la dignità della persona”.
“Non è mai semplice – ha detto Bianconi – decidere di staccare la spina. Se si arriva a provare questo bisogno è perché oggi le famiglie sono sempre più isolate e con un nucleo ristretto. Di conseguenza, chi è malato è sempre più abbandonato a se stesso”. Secondo il dott. Lucentini “dovrebbe essere affrontato anche in Italia il problema del testamento anticipatorio”. “Dovremmo incominciare a ragionare su questo argomento che, ormai da anni, è già una prassi nei paesi anglosassoni”. Questa sorta di documento infatti, rientra “nel concetto di autogestione del malato utile anche nel caso in cui si ricorra alle cure palliative. Il paziente deve essere sempre cosciente del tipo di terapia che gli somministriamo in quanto la scelta di una cura è condizionata dal suo stato di consapevolezza”.
“Purtroppo – hanno sostenuto i membri dell’Associazione – l’invecchiamento della popolazione e la prevalenza delle malattie croniche degenerative rappresentano per la sanità pubblica un fenomeno complesso, la maggior parte delle risorse vengono destinate a trattamenti curativi trascurando l’ultima fase della malattia”. Nel 2001 l’Associazione ha seguito a domicilio 187 pazienti. “Con Noi” – che è composta da 8 infermieri professionali (di cui 6 volontari), da un medico palliativista, da uno psichiatra, due psicologhe e un fisioterapista – non gestisce in proprio l’assistenza ma mette a disposizione del responsabile dell’Unità operativa di cure palliative e quindi dellUsl n. 2, il proprio personale. Tutta l’attività dell’associazione è sostenuta dalle quote di iscrizione dei soci – circa 450 – dai contributi con gli enti locali, tra questi Comune di Assisi, Bastia Umbra, Cannara, Bettona, dalla convenzione con l’Usl n.2 e dalle donazioni di privati e imprese. Inoltre l’Associazione organizza feste e aste di beneficenza per la raccolta fondi.