La propensione degli italiani al volontariato sembra essere triplicata: tra il 1993 e il 2008, si stimano in 3.315.327 i volontari nelle istituzioni non profit (+3% rispetto al censimento precedente), che producono lo 0,7% del Pil (Prodotto interno lordo) nazionale. Lo rileva una ricerca Cnel-Istat, curata dall’Osservatorio sull’economia sociale del Cnel, presentata nei giorni scorsi. Le reti del non profit in Italia hanno una straordinaria capacità, intelligente e gratuita, di rispondere concretamente ai bisogni di tanti cittadini, qualità che è propria del popolo italiano. Abbiamo analizzato con Angelo Consalvi, presidente provinciale delle Acli di Perugia, i dati che, per certi aspetti sono sorprendenti. “La nostra associazione – afferma Consalvi -, come del resto molte altre, si avvale della preziosa e capillare distribuzione di volontari che sono dislocati sul territorio. Il loro lavoro è linfa vitale, che ci permette di essere presenti anche nei piccoli borghi e di aiutare anche quelle persone che non possono recarsi nei nostri uffici, per gli adempimenti burocratici”. Il censimento dell’Istat delle istituzioni non profit del 1999 ha rilevato che le ore prestate da coloro che all’interno dell’organizzazione erano inquadrati come volontari erano pari a 701.918.839; che corrispondono a 384.824 unità di lavoro full-time per 38 ore settimanali e 48 settimane lavorative annue. Addentrandosi nella ricerca, si evince che per ogni settore di attività prevalente è stato calcolato il valore medio della retribuzione dei dipendenti full-time, pari a 7.779 milioni di euro. Questa stima in termini relativi corrisponde allo 0,7% del Pil, riferito al 1999; se sommata al totale del valore della produzione di tutte le organizzazioni non profit, la cifra condurrebbe a calcolare la ricchezza prodotta da questo settore in Italia al di sopra del 4% del Pil. “Questa ricerca – continua Consalvi – ci permette una sorta di valorizzazione economica del volontariato, anche se il riscontro sociale non potrà mai essere quantificato, se non in riconoscenza”. Dalla ricerca del Cnel emerge che l’indicatore è pari a 11,8 per cui, in media, ogni euro rimborsato ai volontari corrisponde ad un ritorno economico di circa 12 euro. Sono numeri che trovano conferme anche in altre due ricerche condotte in Australia e Canada. “A Perugia – conclude il presidente Consalvi – i livelli sono addirittura più alti, e ciò è possibile grazie ai promotori sociali che sono sempre disponibili e presenti per ogni tipo di necessità”.
Con la forza di volontariato
In base a una ricerca Cnel-Istat, ogni investimento a favore del volontariato ha un “ritorno” sociale 12 volte superiore
AUTORE:
M. G.