Con fantasia e coraggio

Al ritiro mensile del clero, ricordo di tre preti esemplari: mons. Miscetti, padre Selli, don Luchetti

Il 25 febbraio a Spagliagrano, al ritiro mensile del clero, mons. Scanavino, con i sacerdoti e i diaconi – dopo l’adorazione eucaristica e una meditazione tenuta dallo stesso Vescovo – hanno approfondito la conoscenza di tre sacerdoti della diocesi, i quali, vissuti nel secolo scorso, hanno sicuramente lasciato un’impronta indelebile nel cuore di chi li ha conosciuti, nella comunità ecclesiale dove ciascuno ha svolto il suo ministero e, direi anche, nella intera comunità civile. Il ricordo di mons. Marzio Miscetti è stato affidato a Giovanni Tomassini e al figlio Luca, autori di una biografia. Mons. Miscetti, nato a Ficulle nel 1907 e cresciuto nelle durezze della vita, fu ordinato sacerdote il 4 aprile 1931. Nominato parroco di Monterubiaglio nel 1932, vi rimase per ben 59 anni fino alla morte avvenuta il 5 aprile 1990. Si occupò con inesauribile zelo apostolico dell’evangelizzazione del gregge lui affidato e anche dei bisogni materiali, senza perdersi mai d’animo. Sono memorabili i suoi viaggi a Roma per sollecitare interventi dalle pubbliche autorità. Oltre all’istituto “San Domenico Savio”, per l’assistenza agli anziani, fondò il “Centro di recupero per soggetti svantaggiati”, uno dei primi in Italia per la prevenzione del disagio giovanile. La figura di padre Adriano Selli, cappuccino, è stata presentata dal suo amico Renato Bartolucci di Acquasparta. Quella di padre Adriano è la storia di un’ardente vocazione sacerdotale che si concluse rapidamente e drammaticamente. Originario di Grutti, arrivò parroco ad Acquasparta nei primi anni ’60. Appassionato di calcio, ben presto organizzò una squadra aggregando molti giovani; si adoperò, poi, per aprire il circolo Acli, per avere un luogo dove accogliere gli adulti della cittadina… Aveva un grande amore per la montagna ed è su quelle vette, ove conduceva i suoi ragazzi, che faceva gustare la bellezza del creato e parlava di Dio al cuore dei suoi giovani amici. Padre Selli morì giovanissimo nel 1973, annegando a Vasto in mezzo metro d’acqua per un malore. Nella colonia di Vasto aveva condotto i ragazzi orfani dell’istituto Guglielmi di Terni, che dirigeva dal 1971. Sempre fiducioso nella Provvidenza, spese la sua vita donandosi agli altri senza mai far pesare la propria stanchezza e testimoniando sempre e soprattutto l’amore per i più deboli. Infine, don Antonio Cardarelli e don Mario Venturi hanno parlato di don Vincenzo Luchetti, per 31 anni parroco di Castel dell’Aquila, zelante pastore che – come si legge nel ricordino della sua morte – “ha amato le anime donando sempre tutto nel silenzio e nel sacrificio. Con amore ha coltivato le vocazioni, vivendo ancora nei molti suoi sacerdoti, pupilla dei suoi occhi”. Don Vincenzo nacque a Collazzone nel 1904. A 21 anni, rispondendo alla chiamata del Signore, lascia di fare il cameriere e sostenuto da don Girolamo Breschi percorre tra indicibili difficoltà la via degli studi. Fu ordinato nel 1932 e a maggio 1933 nominato parroco di Castel dell’Aquila, località posta ai confini della diocesi di Todi. Al suo gregge, costituito prevalentemente da poveri contadini analfabeti e da mezzadri, dedicò tutto il suo impegno di prete e di uomo. Si adoperò infaticabilmente perché lo Stato portasse l’energia elettrica, l’acqua potabile, l’asilo e le scuole, l’ufficio postale, e nel 1959 ottenne anche la scuola media. Non poté vedere realizzato un grande asilo in costruzione allorquando il 28 luglio 1964, a Perugia, il gran cuore di questo prete cessò di battere per far ritorno alla casa del Padre. Non è certo possibile in un incontro – e tantomeno in un articolo – raccontare la vita e l’operato di questi tre sacerdoti. È innegabile comunque quanto il loro ricordo abbia edificato tutti. La profondità della vita di fede, la cura spirituale dei fedeli, la promozione umana e sociale, l’attenzione concreta ai più bisognosi, lo spendersi senza sosta non possono che attrarre il cuore di ciascuno e in modo particolare quello dei sacerdoti, i quali, in condizioni oggi assai diverse, sono chiamati alla stessa generosità, provocati a comprendere sempre più profondamente i bisogni di questo complesso mondo e a spendersi quindi con altrettanta fantasia e coraggio.

AUTORE: Michela Massaro