Le letture delle prime due domeniche di Avvento ci hanno fatto riflettere sul tema dell’attesa e sulla figura del Battista, senza parlare espressamente del Messia come invece avviene nel brano evangelico di questa terza domenica, in cui Cristo viene presentato come la luce alla quale il Battista rende testimonianza. A questo punto è naturale aspettarsi un ulteriore progresso, mentre il testo sembra stranamente ripiegare su se stesso. Anziché soffermarsi sulla figura di colui che viene, troviamo una serie di domande riguardanti il Battista che distolgono l’attenzione da Gesù.
Ciò appare strano, e bisogna attendere la fine del racconto che la liturgia propone per incontrare di nuovo un riferimento al Messia, di cui Giovanni dice: “In mezzo a voi sta uno che non conoscete”. Il percorso in crescendo che le letture delle tre domeniche delineano appare così inaspettatamente interrotto: si parla del Messia, ma subito si precisa che egli rimane “sconosciuto”, a motivo di “distrazioni” diverse. Ebbene, questa dinamica sembra proprio calata nell’oggi del tempo liturgico, caratterizzato dall’avvicinamento del Natale, e suggerisce una meditazione per coloro che lo stanno preparando.
Man mano che la data fatidica si approssima, mentre la Chiesa annuncia Gesù che viene, cresce nella gente il fermento. Cominciano a presentarsi delle preoccupazioni: cosa regalerò? Comprerò l’albero? Come lo decorerò? Dove è più opportuno mettere il presepe? E le lucine? E poi, chi dovrò invitare? Dai garage o fondi riaffiorano le scatole impolverate con i pupazzetti tradizionali. I negozi si affollano, mentre un universo variopinto di luci contribuisce a creare quel clima caldo di preparativi che lascia sospirare la festa, fra la meraviglia dei bambini.
Le strade diventano impraticabili. I parcheggi e i corridoi dei centri commerciali brulicano di persone ansiose, affrettate e insoddisfatte, che fanno i conti con la propria premura e talvolta, sempre di più, con la propria carta di credito… Tutte queste frenesie assomigliano molto alle distrazioni dei personaggi del racconto evangelico. Mentre il Battista cercava di rendere loro testimonianza circa l’imminente venuta del Messia, queste persone, anziché avvicinarsi, si lasciarono irretire da un vortice di domande dispersive sul Precursore: chi sei? Da dove vieni? Che cosa fai? Chi ti autorizza? La novità del Messia venne occultata dietro la coltre impenetrabile dei quesiti, dettati da precauzioni “sensate”. Questo rischio può ripetersi anche per noi. Sembra che il Natale ci interessi tanto. In realtà ci prende tanto tutto quello che la moda impone, ma, in fondo, a Gesù non si pensa, e rimane uno sconosciuto.
Di qui per noi la domanda cruciale: a che cosa servono tanti preparativi, se si perde di vista ciò che solo conta? A che cosa giova preoccuparsi di tutte queste cose, se poi l’incontro con Gesù non avviene? Bisogna avere il coraggio di smaltire l’eccesso dei preparativi e delle compere compulsive, e fare un vero regalo alla nostra famiglia. Magari abbiamo pensato a tutti e a tutto, ma non abbiamo trovato il tempo per una preghiera prolungata, per una meditazione a tema, e per testimoniare ai nostri figli il Mistero che, umile, si presenta nella nascita del Bambino. Nuovi e sempre più numerosi inutili ingombri finiranno per riempire la nostra casa, dove già non vi è più posto a sufficienza. Ma il rischio è quello di un altro Natale sprecato.
Il Vangelo della terza domenica di Avvento, insomma, suggerisce di ascoltare la voce di Giovanni piuttosto che trincerarsi dietro la paratia delle distrazioni che smorzano l’annuncio. Viene Gesù: questo solo è Natale.