Come sarà stata la notte di Maria di Magdala? La pensiamo insonne, a girarsi e rigirarsi. Tanti i ricordi legati a Gesù, poi sicuramente il senso di impotenza e il dolore sotto quella croce crudele. E poi i tanti perché, i numerosi interrogativi e il riecheggiare di quelle parole che, in passato, più di una volta le hanno riempito il cuore e ancora lo fanno, perfino ora che tutto le sembra finito. Forse è stato solo un sogno… ma no, lei Gesù lo ha davvero visto, toccato, conosciuto.
Dentro di lei risuona ancora la voce del Maestro, il suo messaggio di salvezza. Come vorrebbe trasformare quel passato in un eterno presente! Ma ora, così come è stato vero il tempo trascorso insieme, è vero anche il sepolcro chiuso da un masso rotolato davanti al suo ingresso, con Gesù dentro. Ecco allora il desiderio di correre là il prima possibile, prima di altri. Solo sapere che Lui, anche se privo di vita, è in quel luogo, le dà un senso di sicurezza. La tomba diventa pertanto il mezzo per incontrarlo e per ricordare quel passato bellissimo.
La sua partenza da casa precede il sorgere del sole. Poi il suo passo di fretta, senza indugio, deciso, la sua mente già proiettata davanti al Sepolcro. Arrivata là, però, qualcosa non torna. L’idea del masso che chiude la tomba non corrisponde a quello che in realtà ha davanti agli occhi: “La pietra era stata tolta dal sepolcro” (Gv 20,1). Tutto sembra irreale, ma poi diviene chiaro in lei che, dopo quella assurda morte, qualcuno si è addirittura permesso di rubare il corpo di Gesù! Quale contatto adesso potrebbe avere con il Maestro a cui ha voluto tanto bene? E allora, subito di corsa da Pietro e da Giovanni per cercare aiuto, per trovare un perché, per capire se è lei che sta impazzendo oppure qualcuno ha veramente portato via quei resti mortali. E poi con quale senso, a quale fine?
Anche i due apostoli restano sbigottiti e corrono verso il sepolcro sperando forse, in cuor loro, in un’illusione di Maria di Magdala. Cercano di arrivare il prima possibile, per confermare o meno questo sospetto, tant’è vero che neppure si attendono. Giovanni è più giovane di Pietro, sicuramente più atletico, e arriva prima alla tomba di Gesù. Si rende subito conto che quanto Maria ha detto corrisponde alla realtà: il masso è effettivamente rotolato, e i teli sono posati là. Che strano, tutto sembra sempre più incomprensibile! Poi d’un tratto in Giovanni subentra la paura, e allora è meglio aspettare l’amico, anzi è meglio che vada avanti lui per primo. Pietro così arriva ed entra nel sepolcro. Allora anche Giovanni non esita a seguirlo e vede i teli afflosciati e il sudario avvolto in un luogo a parte: nessun uomo avrebbe potuto togliere il corpo senza aprire i teli e slegare le bende. Ecco perché “vide e credette”.
In quei pochi giorni, il “discepolo amato” ha vissuto momenti di delusione e sconforto, è rimasto con le donne sotto la croce, ha visto sgorgare sangue e acqua dal costato di Gesù… ma ora, quelle bende e quel sudario all’interno di una tomba vuota gli rivelano prima degli altri ciò che è davvero accaduto. Pur non avendo ancora fatto esperienza del Risorto attraverso una sua manifestazione, può adesso ben intuire ciò che Gesù tante volte gli aveva annunciato, ovvero che sarebbe risorto il terzo giorno.
“Pasqua è la festa dei macigni rotolati. È la festa del terremoto… Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi. E se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo” (Tonino Bello).
Gesù è vivo! Buona Pasqua a tutti.