Come in Umbria

La polemica, con il tempo, si dilegua e non sarebbe neppure il caso di farla rivivere. Rimane tra noi umbri e i terremotati del Molise un profondo legame di comprensione e di solidarietà. Sappiamo, inoltre, che la frase del presidente Berlusconi è stata una “voce dal sen fuggita”, in un momento di forte tensione emotiva, “tanto per fare un esempio”, come egli stesso ha poi detto. E tuttavia le espressioni che escono dalla bocca in momenti di non controllo perfetto dei freni inibitori, a detta degli psicanalisti, sembra che siano le più sincere e rivelino quello che si ha veramente nel cuore. Questo potrebbe far pensare che il nostro presidente ha una cattiva considerazione della ricostruzione post-sismica fatta in Umbria e non ancora conclusa. Non pensiamo che abbia potuto farsi tale negativa opinione attraverso la conoscenza diretta dei fatti, delle procedure, dei risultati, dei tempi tecnici e di quelli persi. E’ più ragionevole pensare che abbia avuto informazioni sommarie da quelli che condividono il giudizio negativo sulla ricostruzione. Ma a prescindere dal come il presidente si sia formata tale opinione, il suo parere risulta certamente molto determinante per la considerazione pubblica dell’Umbria e della sua popolazione. Nel denigrare la dirigenza politica si rischia di coinvolgere negativamente un’intera regione che, se non altro, diviene simbolo di inefficienza e incapacità. Ora non vogliamo fare dell’ingenuo campanilismo e tanto meno diventare difensori del governo regionale. In altri momenti abbiamo avuto modo di muovere critiche e di pubblicare le critiche mosse da vari organismi della società e della politica. Le cose in Umbria non sono andate lisce e facili. Tutto è stato sempre difficile ed ha incontrato ostacoli oggettivi, ci sono state lentezze burocratiche e incomprensioni tra le parti chiamate a collaborare, resistenze soggettive, divisioni politiche. Riteniamo però che a distanza di cinque anni si sia imparato, da parte di tutti, che la difficoltà sta nel terremoto. Il terremoto è una bestia così brutta e devastante che nessuno riesce a dominarla con facilità e disinvoltura. La cosa unica di cui ci si deve rincuorare è che non vi sia stato da parte di nessuno la strumentalizzazione del disagio e della sofferenza altrui per interessi propri. Siamo certi anche noi che nel Molise non si deve fare come in Umbria. Su questo non c’è dubbio. Ogni terremoto è diverso da un altro, come ogni terreno e ogni paese e ogni popolazione sono diversi. Non si esportano i modelli di ricostruzione e non si copiano. Vi sono leggi chiare per la ricostruzione, sia dal punto di vista tecnico che da quello amministrativo. Ognuno segua le regole e realizzi un modello che vada bene per quella popolazione. Ma non si dica con disprezzo “non faremo come è stato fatto in Umbria”. Ciò offende la buona volontà di tutta una popolazione che ha lavorato e sofferto. Non siamo i migliori del mondo. Ma non siamo da additare come esempi negativi. Questo penso che sia condiviso da tutti gli umbri a prescindere dalla appartenenze politiche.

AUTORE: E.B.