Siamo nel periodo del Sinodo e la diocesi è tutta un laboratorio vivacissimo. Tema fondamentale: i giovani. E proprio ai giovani l’arcivescovo mons. Fontana sta dando tutta la sua attenzione, poiché è da loro che riparte il Millennio, in un’Italia che appare addirittura sommersa nel “male di vivere”. E’ stato calcolato che 2 milioni porterebbero addosso o userebbero pillole antipanico, 3 milioni gli ansiolitici, 5 milioni gli antidepressivi; il 70% farebbe uso di sonniferi. E’ il complesso di Novi Ligure? Non solo quello! Già alcuni mesi fa il nostro Arcivescovo gettava un grido di allarme per il suicidio di Diego, lo studente delle Magistrali. Così, in occasione del Giubileo, fu ben chiara la meta: una Chiesa viva per uomini vivi; per la Giornata mondiale della gioventù oltre 600 furono gli impegnati; così pure, soprattutto ai giovani furono dedicati i “segni” a ricordo del Giubileo. Ora è il Sinodo a prendere l’eredità del Giubileo e l’Arcivescovo torna a riproporre il grande tema e chiama a raccolta gli educatori. Proprio così: “Educare insieme”, un Convegno in occasione della Pasqua per mettere a fuoco il problema. E a lanciarlo è il Vescovo stesso. Negli anni trascorsi, gli otto vicariati foranei dell’arcidiocesi pellegrinavano nelle domeniche di Quaresima alla Cattedrale di Spoleto. Quest’anno invece andrà lui, vicariato per vicariato, nelle singole Unità pastorali, la sera alle 20.30. Al momento in cui scriviamo, egli ha visitato le Unità pastorali del Vicariato urbano, per muoversi ora nell’intera diocesi. A S.GREGORIO MAGGIOREPer dare un’idea più precisa, ci riferiremo alla sera di giovedì 1 marzo: seconda Unità pastorale della città, Basilica di S. Gregorio Maggiore. Dapprima la sosta in chiesa, tutta imperniata sulla Parola di Dio, ascoltata, meditata, pregata, con un buon numero di giovani. Poi si è passati nella Sala della Risurrezione dove i giovani si sono addirittura moltiplicati e si è passati al confronto. Qui l’Arcivescovo è sceso con tanta familiarità in mezzo a loro, vivace il dialogo, numerose le proposte. Le riassumiamo in una decina di punti: programmare, per il tempo pasquale, il Convegno degli educatori, impegnandoci subito nella preparazione; meta precisa: arrivare a tutti i giovani, non soltanto quelli che abbiamo sempre vicino. Cristo è venuto per tutti; andare ai giovani con il loro stesso linguaggio, non tanto per captarne la simpatia, ma soprattutto per capirsi e intendersi proprio bene. Qualche passo si è fatto, il prete non è più lo spauracchio di un tempo, sono cadute tante prevenzioni, si è avviato il dialogo. Ma non basta. Non ci si può fermare; recuperare, con ogni altra agenzia educativa (gruppi, anche sportivi, associazioni varie, es. volontariato, ecc.) i cosiddetti “fondamentali” dell’educazione, educazione rispetto degli altri, pluralismo, responsabilità, libertà. E basta con genitori che, a volte almeno, non sanno dire altro ai figli: “Non t’impiccià, pensa pe’tté!”; porsi il problema degli spazi per i ragazzi, a cominciare dalla Chiesa, come a Spoleto con il giardino dello Sport. E soprattutto coerenza, tanta coerenza! Non si può dire basta alle sfide in automobile e poi moltiplicare gli stimoli alla competizione; ricordare che i giovani vogliono essere, già istintivamente, dei protagonisti. Non oggetto, quanto soggetto essi stessi di tutto il quadro di interventi; i giovani ci hanno detto: raggiungeteci là dove siamo, a partire dalla scuola. La recente legge dell’autonomia ne fa appunto i soggetti dell’educazione insieme a genitori e insegnanti. Ritrovarsi dunque insieme, ascoltarli, mettersi a servizio. L’azione deve essere intelligente e unitaria: urgenza quindi di un chiaro punto di riferimento al di là delle parrocchie: ci pensino i parroci nella prossima riunione; analizzare con estrema oggettività varie situazioni tragicamente abnormi: lo spaccio crescente della droga, come documenta il Presidente del Ceis (con spacciatori di fatto ben conosciuti almeno dai ragazzi) l’incoerenza di chi frequenta magari la catechesi ma poi ignora la Messa domenicale, le vasche del sabato sera, con tanta vacuità e inconcludenza. Quali alternative? Che suggeriscono i ragazzi? Come può una ragazzina appena dodicenne avviarsi al marciapiede unicamente per un cellulare di marca? E chi sono i criminali che ne approfittano?; sfruttare poi l’estate, con campi scuola e simili. Ogni Unità pastorale dovrebbe provvedersi i suoi per almeno tre categorie: fanciulli, ragazzi, giovani. Abbiamo varie case in diocesi. Da Bologna, c’è una marea di prenotazioni e da Spoleto-Norcia?; aver fiducia: ci sono, tra adulti e giovani, personalità preziose, ottime capacità. C’è volontà di fare. Grandi applausi per padre Modesto che con il coro “Maddalene” della Val di Non, domenica 25 febbraio, ha riempito addirittura il Melisso e la sua chiesa di S. Rita; così pure significativa la risposta di numerosi gruppi musicali all’iniziativa del gruppo Scout. In conclusione, siamo ad una svolta. Ma facciamola sul serio. Stavolta c’è anche padre Modesto e lui non scherza! Cose grosse: radio, giornale, Internet: “Fusse che fusse … la vorda bona!”.
Coinvolgiamo i giovani: il Vescovo chiama a raccolta gli educatori
Mons. Fontana visita le Unità pastorali: i programmi e il Convegno "Educare insieme"
AUTORE:
Agostino Rossi