I risultati del referendum, netti al di là delle previsioni, sono perfettamente coerenti con la vicenda complessiva di questi mesi. Il quorum superato di slancio va ben al di là del merito dei quesiti: rappresenta un messaggio diretto degli elettori, al di là degli schieramenti, direttamente al governo. Distinguiamo il merito dal significato politico più ampio. Certo il disastro giapponese e le conseguenti decisioni, in particolare di Germania e Svizzera, sull’abbandono del nucleare hanno avuto un effetto significativo di trascinamento. Nello stesso tempo la progressiva erosione dei totem liberisti, che pure avevano influenzato non piccola parte del mondo Pd, si può leggere a proposito dei due quesiti sull’acqua. Per non parlare del quesito di cui meno si è parlato, che riguardava direttamente Berlusconi, sul legittimo impedimento. Le scelte referendarie, pur sbrigative e schematiche, come implica lo strumento, sono chiare e devono essere tradotte in politiche pubbliche coerenti. In particolare è richiesto un nuovo ruolo per “il Pubblico”, cui le istituzioni devono sapere dar risposte adeguate, in termini di garanzia, efficienza ed efficacia. Ci avviamo così al dato sostanziale in termini di indirizzi di fondo, cioè alle considerazioni più immediatamente politiche. Pur attesi, perché coerenti con il trend politico di questi mesi, i risultati hanno un peso significativo, perché accentuano lo stato di fibrillazione della politica italiana, tanto più che nelle urne referendarie non c’erano soltanto schede provenienti dalle diverse opposizioni. Questo dato è particolarmente importante, perché sottolinea che è aperta una fase di cambiamento, ma anche che gli esiti risultano assai aperti. Governare il cambiamento è l’operazione politica più complessa e meritoria. Qui si distinguono gli statisti: le prossime settimane ci diranno se la classe politica è in grado di giocare questo gioco, che gli elettori stanno indicando. Come sappiamo, infatti, il vero punto debole del sistema italiano non è tanto dal lato della domanda, quanto piuttosto dell’offerta politica. È dunque il momento della creatività e, nello stesso tempo, della responsabilità. Questo doppio movimento o requisito vale innanzitutto di fronte ai vincoli sistemici sul deficit e l’indebitamento. Rispettando i vincoli è necessario recuperare energie, sanare ingiustizie e sperequazioni, smantellare privilegi e inefficienze, valorizzando il tanto di buono che c’è anche nei pubblici apparati. Sono imprese complesse ma necessarie, cui mettere mano da subito, consapevoli che non possono essere risolte con slogan e strumentalizzazioni. I cittadini, come dimostrano le vicende anche elettorali di questa primavera, sono assai più vigili e consapevoli di tante rappresentazioni. Sanno dare messaggi chiari, diretti e trasversali.
Chiaro messaggio al Governo
Referendum. I risultati delle urne esigono ora di essere messi in pratica
AUTORE:
Francesco Bonini