I giorni della settimana santa e della Pasqua quest’anno si sono intrecciati con il progressivo aggravarsi delle condizioni di salute di Giovanni Paolo II. Alla normale partecipazione dei fedeli ai riti sacri si è aggiunta la partecipazione nella preghiera perla salute del Papa fino a quel primo aprile, quando alla notizia dell’irreversibile aggravarsi della salute spontaneamente quasi toccati da mano invisibile la cattedrale di san Lorenzo in piena notte si è riempita di gente e l’Arcivescovo ha celebrato la santa Messa insieme ad altri sacerdoti. È stato il primo discorso di mons. Giuseppe Chiaretti sulla figura e la personalità di questo papa che lui spesso e volentieri ha paragonato a Leone XIII per la durata del pontificato, per lo stile di apertura verso i popoli anche non cattolici e non cristiani, per il sostegno alla devozione popolare, la devozione a Maria, la elevata cultura e capacità di elaborazione intellettuale. Altro momento di preghiera c’è stato subito alla notizia della morte del Papa, sabato 2 aprile, e anche in questa occasione nella cattedrale già aperta per l’iniziativa della evangelizzazione l’Arcivescovo ha celebrato ed ha commemorato il pontefice scomparso. Moltissimi coloro che, anche dalle parrocchie della diocesi, in gruppi piccoli e grandi, hanno voluto recarsi a Roma, in San Pietro, per l’estremo saluto a Giovanni Paolo II. Mons. Chiaretti anche recentemente si era premurato di far conoscere al Papa i suoi sentimenti e i sentimenti della nostra comunità ecclesiale scrivendogli una lettera nella quale esprimeva l’ammirazione per l’esempio dato nel sostenere le sofferenze della malattia e nel voler continuare il suo ministero pastorale nonostante le enormi difficoltà e sofferenze. Ha voluto con questo scritto chiedere ancora una volta la sua benedizione apostolica sulla diocesi. Il messaggio dell’Arcivescovo, che riportiamo di seguito è pieno di gratitudine per un pastore che ha annunciato a tutti la buona notizia della salvezza cristiana. ‘Ne piangiamo tutti la morte, credenti e non credenti, cristiani e non cristiani, – scrive mons. Chiaretti – perché è stato per tutti noi, per tutto il mondo, un sicuro punto di riferimento. Stiamo tutti ascoltando in queste ore parole sincere di apprezzamento per la sua opera e di rammarico per la sua scomparsa. Del dolore comune sono partecipi anche le Chiese in Umbria, che hanno avuto in Giovanni Paolo II un coraggioso evangelizzatore e testimone della fede e un forte assertore della dignità della persona umana, del ruolo fondamentale della famiglia nella chiesa e nella società, del dialogo ad oltranza con tutti, della solidarietà e della pace nel mondo. In questo momento ci sentiamo tutti più poveri’. Mons. Chiaretti rievocando il 12 viaggi del Papa in Umbria si sofferma sulle sei visite alla tomba di Francesco, dove si è recato ‘per pregare per l’Italia, invocare la pace tra i popoli sconvolti da guerre infrenabili, per proporre concretamente come percorso ineludibile di pace, la via del dialogo, la riconciliazione tra i cristiani e con altre religioni, sino a pregare tutti insieme, ognuno con il suo linguaggio, per il grande dono della pace. Per questo ha fatto appello allo spirito di Francesco, lo ‘spirito di Assisi’, diventato la piattaforma ideale d’ogni percorso serio verso la pace, partendo dal cuore d’ognuno. Come dimenticare questa sua presenza affettuosa? Come non dare seguito al compito specifico che Egli ha assegnato alle nostre Chiese, alla nostra regione: essere cioè un segno eloquente e fattivo di riconciliazione, di fraternità, di solidarietà, di pace? Da piccoli che eravamo ci ha fatto sentire importanti per i grandi gesti profetici di cui siamo mèmori e del cui valore dobbiamo essere sempre più consapevoli e fieri’.
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Chiaretti: ‘E’ morto il Papa della nuova evangelizzazione’