Chi vince segna la storia

E’ partito quasi in sordina e sembrava una questione del tutto tecnica che non destava grande interesse. Le posizioni contrapposte si sono invece riscaldate e radicalizzate e si è capito progressivamente che dietro alla difesa delle legge e dietro al tentativo di svuoterla e stravolgerla dei promotori del referendum ci sono scelte importanti per la concezione della vita e della società. Siamo ormai in attesa dell’evento. Chi vincerà lascerà un segno nello sviluppo della cultura del popolo italiano. Siamo di fronte ad uno di quegli eventi che cambiano regole fondamentali in nome della libertà. Un tempo le norme etiche e quelle dettate dal costume tradizionale erano rigide e imposte al corpo sociale. Oggi si sceglie la libertà in un contesto di indifferenza nei confronti delle norme e dei valori. Era esagerata la posizione precedente ed è altrettanto esagerata l’attuale, denominata da Benedetto XVI ‘la dittatura del relativismo’ in cui la libertà si confonde con il capriccio. Penso che su questi temi si dovrà rifare una seria riflessione, comunque vada il referendum. Ci si deve ridomandare, come fa La Civiltà cattolica: ‘L’embrione umano è soltanto un prezioso strumento tecnologico?’. Tutto ruota attorno a questo interrogativo. La divisione dello schieramento non è sulle tecniche di laboratorio che possono essere riviste. Il discrimine è tra chi ritiene l’embrione un materiale utilizzabile come un qualsiasi aggregato biologico, per usi diversi, oppure un essere umano a dimensione personale fin dal concepimento. Siamo di fronte ad una battaglia culturale di tipo antropologico. Un’altra domanda che ci si dovrà porre è la distinzione tra desideri e diritti. Se una coppia o un singolo abbia il diritto di avere un figlio ad ogni costo. È giusto che il legislatore regoli questa materia tenendo conto anche del soggetto più debole. Molti vorrebbero lasciare libera scelta ai medici perché agissero secondo scienza e coscienza. Alla fine saranno proprio loro a determinare o meno il rispetto della vita umana. Ma chi ha detto che non debbano anch’essi avere delle regole da osservare in una materia così delicata? Fossero pure degli scienziati, chi ha detto che siano persone di buon senso e rispettosi dell’altro? I costruttori della bomba atomica e delle armi batteriologiche non sono certo gente di strada. Sono rispettabilissimi fisici e biologi e magari anche premi Nobel. Non è detto che non possano compiere dei crimini contro l’umanità, per denaro, per delirio di onnipotenza, o per costrizione sotto la minaccia di un dittatore senza scrupoli. Qualcuno si meraviglia di queste previsioni catastrofistiche. Ma chi ha una certa età conosce a quale livello può giungere la follia umana. Il principio della prudenza e della cautela in questa materia non deve sembrare eccessivo. Oggi chi non va a votare per far fallire il referendum non ha altro interesse, (sia ben chiaro!) che difendere la vita umana nel suo primo manifestarsi. E per raggiungere questo fine il fronte contrario al referendum, per un calcolo realistico e secondo un gioco squisitamente democratico, come hanno fatto altri in altre circostanze, invita a disertare le urne. A questo punto, per quanto qualcuno (R. Bindi) non sia d’accordo, coloro che andranno a votare a favore del no, paradossalmente, ma certamente, danno una mano al sì.

AUTORE: Elio Bromuri