Che non diventi una diaspora!

DIOCESI. Tempo di cresime... dopodiché molti ragazzi abbandonano la Chiesa. Che fare?

In questo mese di maggio, con una punta massima la domenica di Pentecoste, è stato celebrato il sacramento della cresima in moltissime parrocchie ed è stata un’occasione di grande festa per la comunità cristiana. Si respira aria nuova e gioiosa. I ragazzi e le ragazze in tutto sono centinaia sparsi nelle varie parrocchie. Ricevono la cresima all’età della scuola media, dopo un periodo di preparazione catechistica e di frequenza alla vita della Chiesa. In quel giorno stabilito con mesi di anticipo si ritrovano i genitori, i padrini e le madrine, i ragazzi della cresima dell’anno precedente, il gruppo corale, le catechiste che hanno preparato i ragazzi. Tutti intorno al parroco, sempre molto indaffarato. Una celebrazione cui ho partecipato di persona a Pietrafitta, il 4 maggio, ha visto ragazzi attenti, motivati, che hanno gridato le loro promesse, letto le intenzioni di preghiera, ringraziato i genitori, la catechista, commossa, il parroco, al quale hanno regalato un calice e una patena, e si sono scambiati abbracci, promettendosi amicizia e fedeltà allo Spirito ricevuto. Credo che sia stato così ovuneque. Com’è che dopo una tale grande festa, in molti casi, avviene che i giovani si allontanino dalla parrocchia? È una domanda che si va facendo da tante parti e che nell’ultima riunione del Sinodo diocesano è risuonata in un gruppo di lavoro con toni perplessi. Perché? Cosa non ha funzionato? Probabilmente, si è detto, c’è un cambio di età, il passaggio forte e determinante della adolescenza. Si interrompe il legame tra loro e con la catechista che li ha tenuti insieme, passano alla scuola superiore in corsi e classi diverse, non trovanopunti di riferimento adulto, una figura carismatica che sostituisca la figura della catechista, quando c’è stata ed ha lasciato un segno, e costituisca per loro un leader. Ma attorno a cosa? la parrocchia può offrire motivazioni valide? L’Arcivescovo ritiene che la risposta sia negli oratori, che a loro volta hanno bisogno di educatori capaci di intercettare giovani ‘del cellulare sempre acceso’. La cresima comunque è un fatto importante per le comunità, una realtà anche socialmente di grande rilievo, che rivitalizza anche i borghi diradati e spenti.

AUTORE: Elio Bromuri