A Perugia, giovedì 13, venerdì 14 e sabato 15 novembre la Commissione per le comunicazioni sociali della nostra Conferenza episcopale umbra chiama a raccolta gli operatori dell’informazione del territorio. L’intento è riproporre a tutti la volontà della Chiesa a tenere sempre vivo il dialogo con la gente, il proprio apprezzamento per chi si impegna nel delicatissimo mondo della comunicazione e la voglia di libertà che è comune a tutti i cercatori del vero. Abbiamo trovato grande attenzione per l’iniziativa e forti consensi attorno al convegno regionale, che si inaugurerà nella prestigiosa sede della sala dei Notari, con la prolusione di Angela Buttiglione, direttore nazionale del Tgr. Vi hanno aderito le maggiori testate umbre, le istituzioni, tanta gente giovane. È molto piacevole anticipare che la nostra Università degli studi di Perugia non solo partecipa all’evento mediatico, ma, come le è proprio, ha fatto condurre uno studio su uno dei temi in discussione nel convegno. Paolo Mancini, ordinario di Sociologia delle comunicazioni, presenterà la ricerca che ha fatto condurre dal suo staff, e Roberto Segatori, direttore del dipartimento di Istituzioni e società, farà, come suo contributo al convegno, una lezione su un tema di grande attualità. Una delle novità del nostro tempo è che l’informazione si avvale di molteplici linguaggi: accanto alla carta stampata, alla radio, alla televisione, all’articolato mondo web, seguitano ad essere fortemente capaci di comunicare messaggi il teatro e la musica e più in generale ogni strumento culturale di cui l’uomo sa avvalersi. Le diocesi umbre converranno a Perugia, ciascuna con una folta delegazione di giovani addetti ai vari linguaggi della comunicazione, e a Gubbio i giovani metteranno in scena un loro spettacolo. La Voce, che è il settimanale dei vescovi umbri, ha fatto da locomotiva ad un lunghissimo treno, fatto di molti vagoni. Si viaggia veloce. Si sa bene dove andare, tanto che è già pronto un corso regionale di formazione per l’animatore della comunicazione e della cultura. Ci rallegra moltissimo la collaborazione dell’Università e la sponsorizzazione che, a partire dal Comune di Perugia, hanno dato all’evento i maggiori Comuni dell’Umbria. Ragionare di comunicazione vuol dire cogliere uno dei pilastri fondamentali della Chiesa. Dio stesso si è fatto Parola per entrare nella storia, in dialogo con l’uomo. La missione del popolo di Dio è annunziare le meraviglie della speranza al mondo contemporaneo, sempre più alla ricerca del senso della vita. Un antico sposalizio tra l’arte e la Chiesa fa affluire ogni anno oltre due milioni e mezzo di visitatori in questa regione, dove la fede si è espressa attraverso la categoria del bello. I mosaici delle facciate delle nostre cattedrali sono come manifesti; le architetture raccontano con la pietra le verità della fede. La pittura per secoli è riuscita ad integrare, all’interno delle nostre chiese, i limiti della comunicazione verbale, orchestrando una sorta di ‘liturgia delle distrazioni’ perché attraverso la biblia pauperum l’occhio cogliesse, nel profondo, ciò che il canto ripeteva all’udito. La sapienza di Benedetto da Norcia ci è pervenuta attraverso lo scritto della Regula. Il carisma incantato, pieno di poesia, di Francesco e la sua carità apostolica impegnarono, a partire da Giotto, i grandi dell’arte. Anche le moltitudini furono coinvolte, come ancora attestano il Laudario cortonense e gli altri canti della tradizione minoritica, che seguitano a divulgare e a far interiorizzare le verità della fede cristiana. Chiesa, voce del verbo comunicare. Comunicare è inscindibile dall’esperienza dei popoli del libro, e dialogare è lo strumento di cui si avvalgono tutti gli onesti cercatori del vero, se vogliono condividerlo.
Cercare la verità per condividerla
Parola di vescovo
AUTORE:
Riccardo Fontana