C’è chi sceglie di difendere la vita

Si sono costituiti anche in Umbria i Comitati 'Scienza e vita'. Il loro 'Manifesto'

Si stanno costituendo un po’ dappertutto nel territorio italiano i Comitati locali di Scienza e Vita che attualmente hanno superato quota cento con la nascita del comitato provinciale di Potenza. Sono 15 le articolazioni su base regionale e oltre 85 che toccano Province e comuni. Per tutti è valso lo stesso principio di quello nazionale: l’autoconvocazione di personalità del mondo culturale, scientifico, professionale, politico e associativo, che hanno aderito al ‘Manifesto’ sottoscritto a livello nazionale da 121 illustri membri della società civile e del mondo accademico e pubblicato il 19 febbraio 2005 a Roma (tutto sul web). Oltre a tutti i medi e grandi centri della Penisola Scienza & vita è presente anche nelle piccole comunità del territorio nazionale: da San Giorgio a Molara (Benevento) a San Giovanni in Persiceto (Bologna), da Gropello (Pavia) a Castelleone (Campobasso), passando per Città di Castello e Castelfiorentino (Firenze). Altri comitati nasceranno nei prossimi giorni, sino a coprire l’intero territorio nazionale. Giovedì 12 è stato presentato anche a Perugia. Ma qual è il contenuto del Manifesto programmatico? Scorriamo alcuni pensieri. Il primo è la convinta alleanza tra scienza e vita: ‘L’alleanza tra scienza e vita è molto forte nella coscienza di ogni persona. Da una parte, infatti, la scienza è avvertita come valore decisivo per migliorare la vita e rafforzarne la qualità, dall’altra la vita delle persone e delle comunità spinge la scienza a non arrendersi, fino a produrre benefici concreti a vantaggio non solo di pochi privilegiati ma di tutti’. Il secondo principio è la asserzione della priorità della vita su scienza e la tecnica. Scienza e tecnica devono essere a servizio della vita e non viceversa, usare la vita per fare esperimenti volti a ottenere dei progressi nelle conoscenze scientifiche o tecniche. ‘È essenziale riconoscere la scala delle priorità. Solo il primato della vita garantisce il perseguimento dei diritti dell’uomo e lo sviluppo scientifico ardimentoso e controllato. La tecnica è divenuta troppo potente per poter essere lasciata in balia di se stessa, o per essere affidata esclusivamente agli addetti ai lavori’. Un terzo decisivo punto è la dichiarazione che l’essere umano nella sua fase iniziale appena concepito è debole e indifeso e deve essere difeso dalla società: ‘Il concepito, non avendo voce propria, ha bisogno della solidarietà sociale. Questo è il primo passo per la difesa in concreto della vita, da sviluppare in tutti i suoi aspetti e in tutti i soggetti’. Gli scopi del ComitatoSulla base di questi principi ‘il Comitato si propone di promuovere una campagna capillare di sensibilizzazione sui valori in gioco, per l’adozione del comportamento più efficace nella prossima convocazione referendaria’. Il Comitato difende la legge 40 sulla fecondazione assistita perché la giudica ‘un risultato importante, che finalmente ha fissato delle regole per i laboratori che operano nel campo molto delicato della fecondazione umana’. E soggiunge che ‘non si tratta di una legge perfetta, tuttavia essa pone fine al cosiddetto ‘ar west procreatico’ assicurando ad ogni figlio le garanzie di una vita umana e la protezione di una vera famiglia’. Per ottenere questo risultato il Manifesto propone di non andare a votare per esprimere un ‘doppio no’ con chiarezza e fermezza. Così conclude il Manifesto: ‘Dunque non andremo a votare, proprio per esprimere con fermezza questo nostro doppio no, ma anche per ribadire alcuni obiettivi strategici: riaffermare contro ogni deriva scientista che gli esseri umani non sono cavie; dare ai figli genitori e conosciuti, garantendo loro la certezza di specchiarsi nello sguardo di un padre e di una madre’.

AUTORE: E.B.