Cattedrali e radici cristiane

Editoriale

‘Le cattedrali. Segni delle radici cristiane d’Europa’ è il titolo di un prossimo convegno a Orvieto – dall’11 al 13 novembre – in occasione della dedicazione della famosissima cattedrale. Sono tante le cattedrali contemporanee a quella di Orvieto, in Italia e in tutta Europa. È lecito chiederci se sono tutte segni delle radici cristiane in Europa? Forse non proprio segni delle radici, ma certamente di una storia prevalentemente cristiana, che ha le sue radici anche nella cultura cristiana e nella diffusione del cristianesimo in Occidente. Le cattedrali europee come manifesto di una storia artistica e religiosa insieme, perché non ignoriamo il nostro passato e impariamo a cogliere la forza di una testimonianza. In tutta Europa abbiamo delle cattedrali magnifiche, prestigiose da un punto di vista artistico e vero centro visibile e prestante di unità di tutta la Chiesa locale: lì poi celebra e insegna il vescovo, che è anche il segno vivo dell’unità di un gregge che si raduna nella Chiesa-madre di tutte le chiese. La storia delle nostre cattedrali è analizzata oggi prevalentemente dal punto di vista artistico. Questo è un aspetto formidabile, che esalta la genialità dei nostri padri che hanno saputo coniugare stupendamente l’arte con la fede. Hanno saputo esprimere la bellezza e la grandezza di Dio come nucleo centrale e portante dei misteri della nostra fede. Qui a Orvieto hanno cantato decisamente la preminenza di Dio e della Vergine su ogni altro valore della città. Come dire: noi crediamo fortemente in coloro che sono la nostra salvezza, lo vogliamo gridare a tutti e contemporaneamente vogliamo costruire la città intorno a questa fede, perché siano i valori religiosi a garantire lo sviluppo della giustizia e della fraternità. È l’impostazione della vera ‘città di Dio’: l’amore del prossimo e la sua promozione sono garantiti dall’amore di Dio al primo posto; le istituzioni sociali vanno sostenute dalla politica del grembiule, la politica della lavanda dei piedi, ricordata violentemente dal miracolo eucaristico. Quando una cattedrale nasce per dire il mistero di un Dio incarnato che versa il suo sangue per noi e per ringraziare la Madonna che ci ha dato tutto questo tesoro, allora è proprio l’arte a servizio della fede e una città intera che programma il suo futuro. Se pensiamo che più o meno è così in tutta Europa nei secoli delle cattedrali, dobbiamo seriamente riflettere sulla nostra storia. Sicuramente ci sono stati anche grossi inconvenienti: investimenti a vantaggio delle famiglie più potenti; incidenti a svantaggio dei lavoratori più poveri; lotte di potere insomma, anche tra gli stessi eminentissimi per non sfigurare di fronte alla corte papale che a Orvieto era di vacanza. Ma non possiamo ignorare la filosofia di fondo: si proclamava la fede con tutta l’intelligenza e l’arte possibile; si costruiva una città che prendesse dall’amore di Dio, e dai misteri della fede, l’ispirazione per un umanesimo sempre crescente. E la città era bella e viva in tutti i suoi particolari architettonici, nelle piazze e nei vicoli, nei palazzi e nelle casupole, nelle chiese e nei monasteri. Tutti sulla stessa nave, guidata da un nocchiero eccezionale, quel gigante di cattedrale che richiama all’unico vero pastore, Cristo Signore, Figlio della Vergine Maria. Questa non è teocrazia, è la fede al servizio dell’umanità, della vera democrazia.

AUTORE: ' Giovanni Scanavino