Era il mese di marzo del 1961 quando alcuni addetti agli scavi archeologici di Carsulae urtarono con i picconi contro una lastra di pietra. Si trattava di una specie di rozzo sarcofago dentro il quale vi era una bara di piombo. Dentro la bara il corpo di una fanciulla con al collo una preziosa collanina d’oro. Ora questa collanina, insieme alla bara di piombo, si trova nel piccolo antiquarium allestito nel Centro visita e documentazione di Carsulae. Si tratta di un edificio posto ai limiti dell’area archeologica attualmente portata in luce, realizzato dall’amministrazione comunale di Terni in collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici dell’Umbria con i fondi comunitari dell’Obiettivo 2. E’ il segno di una volontà di “rinascita” e di valorizzazione di un’area di rilevante valore culturale. Perché l’antico municipio romano di Carsulae appare come una testimonianza archeologica di pregio tutto particolare in quanto inserito in un suggestivo ambito naturale caratterizzato dalla presenza, come quinta, dei monti Martani e di una vasta area a verde dalla quale si ergono solo le emergenze archeologiche portate in luce. Una presenza di indubbio fascino che unisce ambiente naturale di particolare bellezza ad una testimonianza di costruzioni romane che, finalmente, sembra debbano essere valorizzate come meritano. E gli interventi di valorizzazione non sono mancati. Intanto è stato realizzato un parcheggio che può contenere cento auto e dieci bus. Si trova all’ingresso dell’area archeologica e, oltre ai servizi, dispone anche di un piccolo fabbricato come biglietteria. Perché per entrare a Carsulae tra qualche tempo si dovrà pagare il biglietto. E’ stato fissato in cinque euro. Poi è in corso il completamento della recinzione dell’intera area. Infine, e torniamo a quanto detto all’inizio, è stato realizzato il Centro visita e documentazione. Che potrebbe divenire un vero e proprio museo. Perché, come ha detto l’arch. Aldo Tarquini dirigente del Comune di Terni che ne ha curato il progetto, Carsulae dovrebbe avere “ulteriori sviluppi che non dovrebbero escludere la ripresa dell’attività di scavo archeologico, sia per valorizzare e rendere pienamente comprensibili parti già emerse, sia per individuare e portare alla luce le strutture romane ancora sconosciute”. Ed infatti, c’è da aggiungere, i reperto “emersi” dovrebbero costituire appena un decimo della superficie dell’intera città romana. Intanto al Centro documentazione vi si possono ammirare rilevanti reperti. Oltre all’arredo funebre della fanciulla carsulana, vi si trovano una preziosa statua marmorea di Bacco, frammenti di una statua colossale dell’imperatore Claudio con la testa alta circa un metro ed un ginocchio del peso di 12 quintali, cippi funerari, numerosi reperti fittili tra lucerne ed antefisse, frammenti di mosaico. Il Centro documentazione completa un piccolo itinerario museale, costituito dalla chiesa di San Damiano ove si trovano lastre marmoree provenienti dal foro, e dalla cisterna romana con altri importanti reperti.Carsulae, grazie a questi significativi interventi, si appresta a vivere una nuova vita. Costituisce e costituirà una meta culturale e turistica che -per la sua importanza e la sua posizione-non potrà essere ignorata.
Carsulae con i suoi tesori sta tornando a nuova vita
Dopo importanti lavori eseguiti da Comune e Soprintendenza
AUTORE:
Mino Valeri