Il 19 marzo, alla messa di inizio del ministero di Vescovo di Roma e inizio del ministero petrino – con il nome di Francesco – per la Chiesa sparsa su tutta la terra, in piazza San Pietro, collocato tra la fontana e l’obelisco egizio, sorretto da fedeli entusiasti, campeggiava uno striscione con la scritta: Assisi ti aspetta! Chiaro invito dell’intera diocesi al nuovo Papa perché venga presto a visitare e a confermare nella fede la comunità ecclesiale che fu di Francesco di Assisi, di cui il Pontefice ha voluto assumere il nome spiegandone pubblicamente il motivo. I rappresentanti della diocesi, in tre pullman, partiti da Assisi, Torchiagina e Valfabbrica, erano partiti la mattina, di buon’ora (4.30) per essere presenti a un appuntamento così significativo. Il clima si è manifestato subito di profonda gioia e con una sfumatura di “sano orgoglio campanilistico”: siamo tutti, laici, presbiteri e religiosi, eredi di quel piccolo grande uomo di nome Francesco, che continua ad influire sulla vita degli uomini per avvicinarli sempre più a Dio. Una fierezza che, come i gesti e le parole del nuovo Papa hanno dato ad intendere, deve ri-diventare stile di vita cristiana. A guidare il gruppo degli “assisani” il vescovo mons. Domenico Sorrentino che, al momento opportuno, ha lasciato una lettera di invito a Papa Francesco. Invito già formulato nel manifesto che è stato esposto in tutte le chiese della diocesi da sabato 16 marzo: “Da Assisi un grande abbraccio, affettuoso e filiale, a te, Papa Francesco, nuovo vicario di Cristo. Questa Chiesa che diede i natali al Poverello ti saluta con i suoi accenti di gioia e di lode: Laudato si’, mi Signore, cum tucte le tue creature. Laudato si’ per il nuovo Padre e Pastore che hai dato alla tua Chiesa. Siamo con te, caro Santo Padre. Tu es Petrus!… Noi ti seguiremo, nell’affetto e nell’obbedienza. Ed esprimiamo fin d’ora la fiducia che, come tanti tuoi predecessori, fino all’amato Benedetto XVI, anche tu venga presto in questa città dove Francesco continua a dire con tutto se stesso, alla Chiesa e al mondo, il Vangelo che salva”. Con lui il vicario generale della diocesi, mons. Maurizio Saba, don Federico Claure, don Antonio Borgo, p. Francesco De Lazzari e il diacono permanente Ivano Parlanti. Anche il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, primo cittadino e rappresentante della comunità civile, non ha voluto mancare all’appuntamento per esprimere al Papa il calore e l’affetto della città serafica, viaggiando sul pullman partito da Assisi.
La scelta del nome Francesco
Alcuni – ha detto il Papa ai giornalisti – non sapevano perché il Vescovo di Roma ha voluto chiamarsi Francesco. Alcuni pensavano a Francesco Saverio, a Francesco di Sales… Vi racconterò la storia.
Nell’elezione, avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il clero, il card. Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ ‘pericolosa’, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: ‘Non dimenticarti dei poveri!’.
E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato. In questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero… Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!
Dopo, alcuni hanno fatto diverse battute: ‘Dovresti chiamarti Adriano, perché Adriano VI è stato il riformatore…’. E un altro mi ha detto: ‘No, no: il tuo nome dovrebbe essere Clemente’. ‘Ma perché?’. ‘Clemente XV: così ti vendichi di Clemente XIV che ha soppresso la Compagnia di Gesù!’. Sono battute… Vi voglio tanto bene, vi ringrazio per tutto quello che avete fatto”.