Cari studenti

Parola di Vescovo

Carissimi ragazzi e giovani che da pochi giorni avete iniziato un nuovo anno scolastico, a tutti voi io dico: siate benedetti perché il futuro della nostra terra dipende da voi, dipende anche da come saprete, e vorrete, affrontare l’avventura che vi si prospetta dinanzi. Il mio cuore “è tutto aperto per voi” (2Cor 6,11), vi sono vicino come un padre che incoraggia i figli ad entrare fiduciosi nel “mondo” della scuola. Carissimi, quali che siano i vostri sentimenti nei confronti della scuola, sappiate che su quel banco non siete soli. Gesù studente è accanto a voi! Sì, perché anche il Signore, il Maestro, ha dovuto “crescere in sapienza” (Lc 2,52), ha dovuto imparare “a far di conto”, a leggere, a scrivere, ha dovuto sapere della storia del suo popolo, della geografia, della terra, delle stelle. Mi piace pensarlo alla scuola di Maria, di Giuseppe, magari degli anziani del villaggio mentre lo introducono a quella sapienza umana che è necessaria per vivere tra gli uomini e anche per migliorarne la condizione. Crescere in sapienza non è un esercizio nozionistico inutile, al contrario significa assecondare quella naturale curiosità che c’è nel cuore di ciascuno. Dietro e fra le pieghe di ogni materia che studierete, c’è un universo intero: ogni disciplina dischiude orizzonti affascinanti che mettono in luce l’ingegno umano e la bellezza di quello che esiste. Allora studiare diventa un “risalire verso la Bellezza”, con gusto, con divertimento, altro che noia! Scoprirete, se non l’avete ancora fatto, che più si conosce e più si vorrebbe conoscere, perché in ogni cosa fa capolino un frammento, un bagliore, di Colui che con sapienza ha creato tutto. Così studiare diventa, se fatto bene, una preghiera che sale a Dio, che si fa intuire nella creazione e nell’ingegno umano; una preghiera fatta anche d’offerta della fatica, delle difficoltà, delle ingiustizie, che a volte si patiscono anche nell’itinerario scolastico. Studiare insomma è una bella avventura, è bello affrontare la fatica che l’impegno serio comporta. Sì, avete letto bene: la bellezza della fatica! Un anno nuovo è una sfida che si pone innanzi a voi, una opportunità per scoprire il vostro valore, per “misurarvi” nelle vostre reali capacità, che sono sempre maggiori di quelle che la pigrizia vi porterebbe a valutare. Puntate in alto, non accontentatevi, fate straordinariamente bene le cose ordinarie a cui il vostro dovere vi chiama. Dovere: siamo alle solite, direte! Questo Vescovo parla di fatica, di doveri… non sarà troppo? Valutate voi se l’amore è mai troppo. Chi vi ama vi incoraggia a fare bene, a dare il meglio di voi; in ballo, prima che la promozione, c’è la costruzione seria della vostra vita, c’è quell’imparare a vivere che è anche imparare l’impegno e le rinunce necessarie per un buon rendimento scolastico. Quello che conta non sono solamente i voti. Sono importanti, sì, ma i voti si dimenticano: il sapere imparato non si dimentica, e se lo avete imparato amandolo diventa una cosa sola con le vostre persone. E come si impara ad amare ciò che si studia? Vi faccio una domanda: perché state studiando? Perché i genitori ve lo impongono? Perché lo fanno tutti? Vi rivolgo un invito: affrontate il nuovo anno non solo come lode a Dio ma anche come preparazione a servire la persona umana. La nostra terra ha bisogno di buoni medici, buoni operai, buoni professionisti, ha bisogno che ogni persona che lavora, lo faccia nel modo migliore, con competenza e passione perché rende un servizio alla persona umana. Coraggio dunque, benedite Dio perché avete il privilegio di poter apprendere cose nuove, beneditelo per l’intelligenza di cui vi ha provvisto, usatela a “lode della Sua gloria” (Ef 1,14) e siate allegri, sempre, nella stagione della vita in cui, in maniera tutta particolare, vi esercitate nel grande, stupefacente esercizio dello studio.

AUTORE: † Gualtiero Bassetti