“Questa sera, si cena in carcere”. Sta tutta in un gioco di parole e in una provocazione la nuova sfida del Nuovo complesso penitenziario di Perugia, che il 9 maggio ospiterà all’interno delle mura un vero e proprio ristorante in occasione della quinta edizione delle “Golose evasioni”, cena-evento organizzata nell’ambito del corso di “Addetto alla cucina”.
L’iniziativa
Un corso speciale, quello organizzato nel laboratorio di Capanne nell’ambito dell’avviso “Umbriattiva giovani”, finanziato dalla Regione e gestito dalla cooperativa sociale Frontiera lavoro.
Il corso prevede 255 ore di lezione e offre a 10 detenuti under 30 del reparto penale dell’istituto perugino la possibilità di apprendere un mestiere sotto la guida di esperti chef che trasmettono tutti i trucchi per diventare professionisti a 360 gradi, capaci di soddisfare le richieste dei clienti più esigenti.
Il 9 maggio sarà presente, tra gli altri, alla cena in carcere anche il card. Gualtiero Bassetti, da sempre sensibile alle problematiche dell’universo carcerario: la sua prima visita pastorale da vescovo fu a Capanne, la prima visita quando indossò la porpora fu di nuovo qui.
La partecipazione e le parole di Bassetti
“Nei confronti del carcere c’è uno spirito perbenista – dichiara il Cardinale. – Molti non sanno che invertirsi le parti, se tutto fosse manifesto. Il carcere, grazie a iniziative come questa, sta uscendo dall’isolamento e sta suscitando un interesse sia nel mondo cattolico sia in quello laico. Parteciperò alla cena perché desidero onorare queste creature umiliate, che magari proprio perquesto hanno commesso dei reati”.
Il valore del lavoro nel progetto di reinserimento
Delle competenze acquisite, gli allievi daranno un saggio durante la cena “Le golose evasioni” che si svolgerà per un pubblico pagante all’interno della struttura penitenziaria. Saranno affiancati nella preparazione della cena dagli chef Catia Ciofo, Antonella Pagoni, Cristiano Venturi e Andrea Mastriforti, tutti nomi tra i più importanti del panorama ristorativo italiano, mentre i musicisti di Umbria Ensemble guidati da Maria Cecilia Berioli offriranno un contributo musicale in apertura della cena. Un menu e una carta dei vini che non hanno nulla da invidiare ai locali più celebri di Perugia.
Passatelli con punte d’asparagi, datterino appassito, fusione di menta e guanciola di vitello brasato sono solo alcune delle specialità del menu. Cuochi e camerieri sono dieci detenuti, istruiti e guidati da quattro fantastici chef e da un maître professionista, Emilio Sabbatini, dalla lunga carriera nella ristorazione di alto livello. I quali hanno affrontato questa nuova sfida con entusiasmo: “Qui si lavora con persone che hanno commesso degli errori e che stanno portando avanti un percorso di reinserimento, a cui bisogna insegnare tutto. Ma hanno molta umiltà e grande voglia di imparare”, spiega a nome di tutti una delle docenti, Catia Ciofo.
Tutti i dettagli della serata sono curati con la massima attenzione. Tavoli eleganti, tovaglie raffinate, candele accese, piatti di porcellana, sottopiatti, bicchieri di vetro e posateria di alta qualità. Per Aldo, 28 anni, uno degli allievi, una delle soddisfazioni più grandi è “sapere che il cliente gradisce non solo il cibo, ma anche la preparazione. Si mangia con tutti i cinque sensi, quindi anche con gli occhi”. Per Aldo, Nour Eddine, Gianluca e gli altri detenuti, il corso per “addetto alla cucina” rappresenta una straordinaria opportunità per imparare un mestiere.
Perché il lavoro rappresenta l’arma migliore per combattere la recidiva ed evitare che l’ex detenuto, una volta tornato in libertà, commetta nuovi reati. Ma imparare un mestiere spesso non basta. “Non è la magistratura – sottolinea il coordinatore del progetto, Luca Verdolini – a dare il fine pena ai detenuti; è la società. Perciò desideriamo che l’attività formativa di Frontiera lavoro in carcere diventi un marchio forte e credibile. E che possa costituire un elemento importante nel curriculum di ogni detenuto che vi transiterà”.
L. V.