Il gelido clima di gennaio consegna al campionato una ripartenza in chiaroscuro per le squadre umbre, arrivate alla pausa di metà campionato con umori opposti. Il Perugia, con la vittoria “sotto l’albero di Natale” a Vercelli, aveva puntellato la sua classifica affacciandosi nella zona nobile, e solo la nebbia e il rinvio della gara con il Vicenza aveva fermato la corsa dei biancorossi nel loro momento migliore. La Ternana, invece, con due pareggi natalizi con Lanciano e Brescia aveva chiuso in una posizione complicata, al limite della zona pericolosa della classifica e con un ambiente in subbuglio.
Dopo la sosta, i grifoni erano chiamati quindi a un tour de force importante, con tre partite nel giro di otto giorni. La prima di queste, a Como, doveva essere la più facile del lotto; ma, dopo un avvio importante ma non concreto, i biancorossi si spengono e lasciano campo e iniziativa alla lucida “disperazione” di un Como che pian piano fa sua la partita di fronte a una squadra che, passata in svantaggio, non riesce ad abbozzare una reazione significativa. Bisoli nell’occasione, forse preoccupato per la situazione dei diffidati e per la condizione non troppo brillante di alcuni, ci mette del suo mischiando le carte e proponendo un modulo, il 4-2-3-1, che non ha mai fatto esprimere la squadra a livelli esaltanti.
A tutto questo si aggiungono nuove defezioni in vista del recupero col Vicenza di quattro giorni dopo. Le tossine di una sconfitta inaspettata destabilizzano l’ambiente, soprattutto quello interno alla società: il presidente Santopadre rivendica la forza e l’ampiezza della rosa messa a disposizione a Bisoli in un’infuocata conferenza stampa, quasi a voler rispondere a qualche velata lamentela del mister emiliano. La partita con il Vicenza, in assoluta emergenza di formazione e con il nuovo arrivato Milos subito in campo, appena sbarcato a Pian di Massiano, è lo specchio di questa situazione. Il Perugia ci prova ma è contratto, impaurito e anche un po’ stanco fisicamente. Il pareggio, forse il risultato massimo raggiungibile in questa situazione, sarebbe anche la conclusione più giusta; ma il Vicenza, senza brillare, affonda il colpo nel finale e castiga oltremodo i biancorossi. Il Perugia raccoglie due sconfitte che mettono a nudo tutti i problemi di un momento cruciale della stagione; problemi che, da solo, il “mercato di riparazione” non potrà sistemare.
La Ternana, invece, ha bisogno di una svolta che possa allontanare lo spettro dei play-out e ridia serenità a un ambiente scosso dalle dichiarazioni dell’amministratore unico Longarini che, prima della pausa, ne ha per tutti: dirigenti, squadra, allenatore e anche i tifosi. Il massimo dirigente rossoverde lamenta lo scarso impegno di una squadra che, in estate, era stata accreditata per una posizione play-off, e di essere lasciato solo da istituzioni e città. In questo clima, l’occasione per ritrovare entusiasmo è la partita casalinga con il Trapani, condita anche dal quel pizzico di rivalità tra la sponda rossoverde e Serse Cosmi, perugino e allenatore dei siciliani.
La Ternana interpreta una buona partita, con un Avenatti finalmente protagonista. Furlan e compagni vanno ripetutamente alla conclusione, ma non riescono a sbloccare la gara.Nel finale però è Gondo – il giovane ivoriano in prestito dalla Fiorentina – che, a tempo scaduto, trova la deviazione vincente su una palla vagante in area di rigore, e riesce, con un pizzico di fortuna, a regalare la vittoria “scacciapensieri” alla compagine di mister Breda.
La fortuna, però, va aiutata e alle buone prestazioni va data continuità. La trasferta di Cagliari, seppur molto impegnativa, deve far capire ai tifosi e alla società cosa voglia “fare da grande” questa Ternana, anche per definire le strategie da intraprendere negli ultimi giorni di mercato.