Si parla molto di “bene comune”. La sensazione, a volte, è che si corra il rischio di fermarsi ad una vaga seppure importante indicazione di buona volontà. Cosa significa applicare all’economia questo concetto nato all’interno del Magistero sociale della Chiesa, e oggi utilizzato ben oltre lo spazio di un pensiero cattolico? Una riflessione in questo senso viene proposta nel volume curato da Pierluigi Grasselli e Cristina Montesi Le politiche attive del lavoro nella prospettiva del bene comune. “Le politiche del lavoro – scrivono gli autori – sono destinate ad assumere un’importanza crescente nelle società dei Paesi occidentali”. Ed aggiungono: “È opinione dei curatori di questo volume che un mercato del lavoro che realizzi un’allocazione efficiente ed equa delle forze di lavoro sia una componente centrale della configurazione di bene comune individuabile per un certo territorio ad un certo tempo. Tra le politiche multi-obiettivo richieste in corrispondenza, le politiche attive del lavoro occupano una posizione di primo piano”. Nel volume – che sarà presentato a Perugia il 6 maggio – si cerca “di proporre una valutazione di tali politiche, attentamente analizzate sotto il profilo sia economico che giuridico, nella prospettiva del bene comune”, spiega il prof. Grasselli, docente di Economia politica all’Università di Perugia. Prof. Grasselli, quale è il vantaggio di un approccio ai problemi del lavoro nella prospettiva del bene comune?“Assumere coscientemente la prospettiva del bene comune con riferimento al mercato del lavoro (che perciò auspico efficiente ed equo) può essere importante in quanto favorisce l’acquisizione della consapevolezza del comune beneficio che ne deriva ai cittadini, nonché dello spessore etico richiesto in corrispondenza. Si tratta delle complementarità, sinergie e integrazioni, ma anche dei conflitti in gioco, e del tipo di razionalità necessario. La prospettiva del bene comune è una prospettiva di passione civile, di impegno per la città e per l’uomo”. Come si traduce in concreto? “Per esempio, nei servizi per l’impiego, sia di primo che di secondo livello, è evidente l’importanza di fare attenzione alle caratteristiche delle persone alla ricerca di occupazione, o di un’occupazione migliore, e alle richieste da esse avanzate, nonché ai caratteri della domanda di competenze formulata dalle imprese. Considerazioni simili possono farsi per l’offerta di formazione professionale, in cui la personalizzazione si intreccia con l’integrazione tra le molteplici categorie di interventi a disposizione”. Questo richiederebbe un più efficiente mercato del lavoro…“È importante attuare un sistema integrato di progettazione e gestione delle politiche per l’impiego, sulla base dei fabbisogni occupazionali e formativi del territorio, per interventi personalizzati, con un’integrazione flessibile degli strumenti. Si segnalano esigenze molto differenziate, con riferimento ai diversamente abili, ai disoccupati di lunga durata, alle altre persone in condizione di svantaggio sociale, alle attività di orientamento per i giovani, al persistere di molteplici differenziali di genere, alla conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa, ai problemi molteplici posti dagli immigrati. In generale è richiesta, come accennato in precedenza, un’attenzione crescente alle persone, e uno sviluppo appropriato delle relazioni tra gli ‘attori sociali’, anche in direzione di un’espansione dei servizi alle imprese, per progetti integrati di formazione aziendale”. Maria Rita ValliPresentazione del libro all’Università di PerugiaConfronto sulle politiche del lavoro messe in campo in Umbria, tra sindacato, industriali, enti locali e università. L’occasione è la presentazione del volume Le politiche attive del lavoro nella prospettiva del bene comune, di P. Grasselli e C., edito da Franco Angeli, in cui sono raccolti gli atti del convegno svoltosi a Perugia il 15 maggio 2009. La presentazione si terrà il 6 maggio alle ore 10 nell’aula 1 della facoltà di Economia (via Pascoli, Perugia). Presiede e introduce Giancarlo Pellegrini, facoltà di Scienze politiche; partecipano Antonio Campanile, presidente Confindustria Perugia; Giuliano Granocchia, assessore al Lavoro della Provincia di Perugia; Giorgio Santini, segretario nazionale Cisl; Pierluigi Grasselli, facoltà di Economia. L’incontro è promosso da Università degli studi di Perugia, Cisl dell’Umbria e associazione Leone XIII.