Un gruppo di bambini provenienti da Chernobyl sono arrivati da poco tempo nella nostra cittadina e vi rimarranno sino a settembre. Sono sedici bambini e cinque accompagnatrici provenienti dalla Bielorussia, in particolare dall’Istituto n. 3 di Gomel. A questo proposito abbiamo sentito Giovanni Susta, presidente dell’Uvisp (Unione volontariato internazionale per lo sviluppo e la pace). Come presenterebbe questo progetto? ‘Prima di tutto quest’esperienza non è del tutto estranea per Bastia: infatti, nel giugno del 1994 lo stesso Comune promosse una prima accoglienza per alcuni bambini provenienti appunto da Gomel. In seguito, fu creata un’associazione ad opera dell’allora assessore ai Servizi sociali, Domenico Fausti, di cui, successivamente, anch’io ho fatto parte. I bambini venivano accolti in alcune famiglie bastiole ed in una struttura a Petrignano, presso l’ente asilo Maria Immacolata, e seguiti per tutto il soggiorno. Dal 2004 sono presidente dell’Uvisp e voglio continuare questo percorso. Grazie a dei precedenti contatti, sono giunti quest’anno a Bastia questi sedici bambini di età compresa tra i 7 e i 14 anni, di cui 12 maschi e 4 femmine, con le cinque accompagnatrici. Sono ospiti in due strutture: una a Bastia, si tratta di un appartamento messo a disposizione da Gianfranco Ortica che ringrazio; l’altra è a Casacastalda, nei locali che in precedenza ospitavano l’asilo. Voglio essere grato al sindaco di Valfabbrica, Ottavio Anastasi, alla Pro loco e al gruppo giovani volontari di Casacastalda per l’aiuto, la stretta collaborazione che ci stanno dando in questa esperienza’. Che tipo di intervento e di aiuto si attua con i bambini? ‘Abbiamo pensato di accoglierli in queste strutture per dare loro l’opportunità di stare tutti insieme, in modo che queste siano dei punti di riferimento; non abbiamo escluso a priori la possibilità che una famiglia prenda un bambino per una giornata. Il nostro intento è di aiutarli, sia intervenendo da un punto di vista sanitario – e a tal riguardo, devo dire che la Regione dell’Umbria, fra le poche, rilascia un tesserino che permette loro di avere una copertura per le eventuali visite mediche – ma soprattutto da un punto di vista umano. I bambini seguono dei corsi di italiano, partecipano a dei campi scuola che permettono loro di effettuare delle escursioni sul territorio, senza per questo interferire con la loro cultura e tradizione. La nostra partecipazione non si limita al periodo che sono in Umbria, li abbiamo aiutati e stiamo continuando a farlo anche in altri ambiti. Siamo riusciti a ristrutturare i servizi igienici ormai fatiscenti del loro istituto di Gomel e al più presto anche un’ala verrà risistemata. Abbiamo acquistato dieci macchine che verranno messe in opera per settembre, per attivare un laboratorio di maglieria – sartoria per trenta ragazzi grazie all’aiuto del direttore della Marwil, Ivano Arcioni. In questo periodo, una delle accompagnatrici dei bambini sta facendo pratica con queste macchine’. Quali progetti verranno realizzati in futuro? ‘Creare un villaggio per accogliere dei ragazzi portatori di handicap. Questo progetto è condiviso da una federazione nazionale denominata Avib che opera con numerose associazioni in Bielorussia. Comunque, tutto il lavoro viene svolto con molta disponibilità da parte dei collaboratori e soprattutto grazie al supporto di privati’.
Bielorussia con amore
Bastia ospita 16 bambini provenienti da Chernobyl. Un incontro tra culture, ma anche una serie di aiuti concreti. Intervista a Giovanni Susta, presidente dell'Uvisp
AUTORE:
Ombretta Sonno