Tricolori sui balconi
Inno di Mameli cantato nei condomini
Serve anche questo (apparentemente) ritrovato orgoglio nazionale a darsi forza insieme per superare questo periodo di difficoltà. Normale, nell’incertezza più assoluta, trarre forza da ideali condivisi. E condivisibili.
Dopo emergenza, in che cosa si trasformerà tutto questo?
Magari in una maggiore e migliore consapevolezza che il settore della sanità ha bisogno, per funzionare bene anche nella normalità, di risorse adeguate. Umane e finanziarie. Magari in una rivalutazione del ruolo educativo e sociale degli insegnanti e della scuola, per una formazione che impatti positivamente sul futuro della collettività. Evitando poi che i ‘cervelli’ migliori se ne vadano all’estero a lavorare. Magari in un’attenzione più tangibile e più legata ai comportamenti di ciascuno per la tutela dell’ambiente, nella convinzione che, se la Natura non viene violentata, anche le pandemie si potrebbero – se non evitare – quanto meno contenere con maggiore efficacia.
Ma la trasformazione più auspicabile che si può sperare, dopo emergenza pandemia sarà finita, è che ognuno si senta maggiormente responsabile non soltanto di quanto succede a se stesso ma anche e soprattutto al proprio prossimo.
Con il concetto di responsabilità sociale portato a un tale livello da far diventare inaccettabile ai più che la gestione della cosa pubblica venga messa in mano a incompetenti.
Daris Giancarlini