Oggi sta tornando in auge il battesimo degli adulti. Ma il modo in cui lo si celebra è recente o ha origine nei tempi antichi?
Uno dei grandi frutti del Concilio Vaticano II è indubbiamente la restaurazione del catecumenato antico, scomparso con il passare del tempo per i mutevoli contesti nei quali il cristianesimo è approdato e si è sviluppato.
Se nel Nuovo Testamento non sono riportate indicazioni ben codificate circa la modalità celebrativa del battesimo degli adulti, non sono però poche le testimonianze pervenuteci dall’antichità cristiana riguardo alla prassi celebrativa dell’iniziazione cristiana, che vedeva coinvolti in maniera prevalente – ma non unica – gli adulti.
Prima testimonianza tra tutte di una pratica minuziosamente prescritta, ci proviene dalla Traditio apostolica (II-III secolo). In questa fonte è presente una prassi sviluppata dell’iniziazione cristiana, che si snoda in cinque gradi tappe: l’ingresso dei catecumeni, il periodo di catecumenato caratterizzato da catechesi e momenti celebrativi, la preparazione prossima alla celebrazione dei sacramenti, il momento sacramentale vero e proprio, e infine un periodo di approfondimento guidato dal vescovo attraverso delle catechesi, periodo chiamato comunemente “mistagogìa” (introduzione ai sacri misteri).
Un’altra ricca testimonianza sono le catechesi mistagogiche di alcuni Padri della Chiesa, ad esempio Cirillo e Giovanni di Gerusalemme, Agostino d’Ippona, Ambrogio di Milano, Giovanni Criostomo, ecc. Nelle catechesi a loro attribuite infatti troviamo non poche indicazioni circa l’evoluzione della prassi già testimonianza i secoli precedenti nella Traditio .
Anche qui il catecumenato si snoda in più fasi, nelle quali il catecumeno è coinvolto per un lungo periodo, tra una preparazione remota (anche alcuni anni) e una prossima (in Quaresima), connotate da momenti catechetici, ascetici e rituali, che culminano nella notte pasquale con la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana.
Come nella Traditio, anche secondo i Padri del IV-V secolo, i neofiti continuano il loro cammino attraverso la mistagogia. Così celebrata, l’iniziazione cristiana era concepita all’interno di un forte percorso di fede, con un cammino graduale sia sacramentale sia esistenziale, nel quale erano coinvolti non solo i catecumeni ma tutta la comunità sotto la guida del vescovo e dei suoi collaboratori.
Dal V secolo però inizierà a scomparire questa prassi, a causa della cristianizzazione della società, che portava con sé conversioni di massa; prese allora il sopravvento il battesimo dei bambini. Ciò ha portato chiaramente al depotenziamento del catecumenato (riscoperto infine dal Vaticano II) e alla conseguente separazione dei sacramenti dell’iniziazione, con la necessità di una formazione catechetica post-battesimale.
Don Francesco Verzini