“Tante conflittualità dipendono proprio dal modo sbagliato di comunicare. Non si pensa che si può uccidere una persona con le parole sbagliate”. Lo ha detto l’arcivescovo di Perugia e presidente della Cei card. Gualtiero Bassetti all’incontro con i giornalisti in occasione della festa del loro patrono, San Francesco di Sales.
Un uso responsabile delle forme di comunicazione
“Di fronte a questo rischio – ha continuato il cardinale – Papa Francesco richiama gli operatori dell’informazione ad un uso responsabile anche della rete, consapevoli del fatto che le relazioni solo virtuali non sono sufficienti a colmare il bisogno di comunione della persona umana. Anzi, se ci si rifugia soltanto nei mezzi virtuali si possono creare delle terribili solitudini”.
Il caso Sea Watch
Bassetti poi, sollecitato dalle domande dei presenti, è tornato a parlare anche del caso Sea Watch. “Ringraziamo Dio per lo sbarco, ma la lentezza dell’Europa fa veramente impressione. Che un gigante come l’Europa, dove ci sono nazioni che hanno il maggior benessere del mondo, debba tergiversare tanto per accogliere 47 poveracci di cui 11 bambini, è una sofferenza immensa”.
La soluzione allora potrebbe essere un ritorno del mondo cattolico all’azione politica? “Non riguarda il magistero, ma credo sarebbe prematuro. Noi abbiamo il compito di educare i giovani alla politica, che è pura espressione di amore per servire una comunità”. “Ecco perché vado a parlare di dottrina sociale della Chiesa, di Sturzo e di De Gasperi, di associazioni cattoliche – ha sottolineato Bassetti – camminiamo insieme e stiamo uniti, non in vista di un partito, che ora prenderebbe lo 0,8%. Prepariamoci bene”.
Integrazione religiosa
A chi gli ha chiesto qual è la posizione della Chiesa in merito alle ripetute polemiche sulla moschea di Umbertide, il cardinale ha risposto così: “Non entro nel merito delle polemiche sulle moschee perché il discorso è complesso, però io dico: tutti i credenti hanno diritto a un luogo di culto, tutti i credenti hanno diritto a ritrovarsi insieme e credo che noi più favoriamo questo, e meno corriamo il rischio del terrorismo perché si vigilano meglio le persone insieme che le persone isolate che fanno una vita nascosta.
Quindi io sono favorevole al fatto che abbiano luoghi di culto, anche perché si tratta di membri di una religione monoteistica come il cristianesimo e l’ebraismo. Naturalmente regolati anche da quelle che sono le leggi italiane. Dico questo non solo come diritto di fondo, perché in quanto esseri umani hanno diritto a professare la propria religione, ma anche come motivo di sicurezza, perché così anche chi ha il compito di vigilare, lo fa meglio se le persone sono aggregate e non rischiano di diventare delle sette disperse”.
Fede e politica
Un’altra domanda ha riguardato l’impegno politico dei cattolici. “La Chiesa ha il compito di educare alla politica, ecco perché cerco di esortare, anche attraverso le associazioni cattoliche, a camminare insieme”. Un partito cattolico? “Non è una cosa che riguarda direttamente me, i vescovi e i sacerdoti e poi penso sarebbe prematuro. Prepariamoci invece, facciamo innamorare i giovani della politica, facciamogli capire che è la forma più bella di volontariato perché è una pura espressione di amore”.