Bambini in cella al confine col Messico

di Tonio Dell’Olio

È possibile che molti ritengano che – dopo che qualche tempo fa era stato mostrato al mondo il pianto dei bambini strappati ai propri genitori e detenuti in celle indecorose dalle forze Usa al confine con il Messico – il fenomeno fosse rientrato, ovvero che l’amministrazione Trump ci avesse ripensato.

Tutt’altro. L’agenzia di stampa Associated Press riferisce di un gruppo di avvocati statunitensi che ha visitato un centro di detenzione per bambini migranti a Clint in Texas.  Denunciano insufficienza di viveri, acqua e medicine, e poi pidocchi e casi di influenza.

A questo si aggiunga che non hanno trovato spazzolini e dentifricio sufficienti, e che i 250 bambini e adolescenti ospitati nel centro non riescono a fare una doccia secondo le necessità, e non ricevono assistenza e visite di adulti.

Insomma, un trattamento disumano, sicuramente non degno di una nazione evoluta e democratica come gli Stati Uniti. Chissà se i cittadini nordamericani riusciranno a chiederne conto al loro Presidente. Chissà se riusciranno a essere critici abbastanza per comprendere quali sono le responsabilità, e ad agire di conseguenza.