Due immensi boati hanno cambiato il corso a un normale pomeriggio di aprile nella frazione spoletina di Baiano. Domenica 10 aprile la gente, approfittando di una tregua della pioggia, si era riversata nelle strade per passeggiare. All’improvviso alle18.30 la quiete è stata turbata dal tremore della terra. Subito si è pensato al terremoto. Ma non appena una cappa di fumo si alzava dallo Spolettificio, tutti hanno gridato: è esploso lo stabilimento. Proprio così. Dieci tonnellate di esplosivo, quantificato in 48mila bombe a mano (secondo gli ultimi dati resi noti) è saltato in aria. Per alcuni secondi la nebbia di fumo, che emanava anche un cattivo odore, ha fatto riversare tutti nelle case, mentre in lontananza si sentivano i suoni di una moltitudine di sirene. Diradato il fumo, la gente ha cominciato ad accorgersi dell’inferno accaduto. Case lesionate, vetri rotti, porte ridotte in minuscoli detriti, solai rovinati: questo è il bilancio dei danni alle cose. Superato lo choc iniziale tutto il paese è corso all’ingresso dello stabilimento per accertarsi dell’accaduto. Passano alcuni minuti di trepidazione, ci saranno feriti o peggio morti? Il vice sindaco Daniele Bendetti, che con estrema competenza ha gestito la situazione, ha rassicurato tutti, comunicando solo il lieve ferimento di cinque persone. Grande è stata la mobilitazione di artificieri, carabinieri, polizia, vigili del fuoco, protezione civile per fronteggiare l’emergenza e, per cercare di capire le cause dell’incidente. Intanto, in tutto il comune, lunedì scorso, le scuole sono state chiuse. Particolarmente danneggiata è stata la scuola di Baiano, la cui riapertura è prevista non prima di venti giorni. Per assicurare le lezioni, però, già da lunedì prossimo, gli studenti saranno ospitati in strutture alternative. Anche le linee ferrovie hanno subito un notevole rallentamento. Addirittura il giorno dell’esplosione la tratta Terni ‘ Foligno è stata chiusa per ore. Sul posto si è recato anche l’arcivescovo mons. Riccardo Fontana che, dopo aver preso visione della situazione, ha rassicurato la gente accorsa nelle strade. ‘Dobbiamo ringraziare la Madonna ‘ ha commentato Fontana ‘ che questa esplosione sia avvenuta di domenica. Non posso neanche immaginare cosa sarebbe potuto accadere se il tutto si fosse verificato in una mattina di lavoro, quando i 250 operai erano all’interno dello stabilimento, o quando i bambini erano nelle loro classi’. Le parole dell’Arcivescovo sono pienamente condivise dalla popolazione, provata per il duro colpo, ma ben lieta di avere evitato una strage. Il responsabile di zona della Protezione civile, Angelo Gelmetti, ha anch’egli confermato che la risonanza è stata di circa 1,5 ‘ 2 km in raggio d’area e che, in questi giorni, gli artificieri stanno setacciando la zona per cercare le mine saltate fuori. Ed è stata la stessa Protezione civile ad attivarsi, insieme alle altre forze pubbliche, la sera di domenica, ‘mettendo all’opera ‘ sottoline Gelmetti ‘ tra gli 80 ed i 90 operatori volontari’. Il nucleo più cospicuo è stato quello di Spoleto, ma sono giunti aiuti anche da Acquasparta, Bastia, Assisi e Campello. Per quanto riguarda i ‘disagiati’ ‘chi ha avuto la possibilità ‘ spiega sempre Gelmetti ‘ ha optato per ‘soluzioni alternative’ (seconde case, parenti’); gli altri sono stati mandati in albergo’. Sul caso, è stato chiesto lo stato di emergenza per calamità ed il Ministero sta indagando per far luce sull’accaduto. Venerdì sera, 15 aprile, alle ore 21, l’arcivescovo Fontana presiederà una messa di ringraziamento per la strage scampata, nella chiesa di San Giovanni di Baiano. Il popolo di Baiano grida: ‘Vogliamo vivere sicuri’ Grande è stato lo spavento tra la popolazione di Baiano, il cui bacino raccoglie i due terzi di tutti gli abitanti di Spoleto. Riportiamo alcune dichiarazioni a caldo raccolte nelle strade subito dopo la devastante esplosione. ‘Un minuto mi ha salvato dalla morte ‘ ha commentato un guardiano dello stabilimento di turno proprio domenica pomeriggio. La provvidenza ha voluto che io gurdassi la televisione un minuto in più. Quel minuto mi ha salavto la vita’. Angelo Patito racconta: ‘ho avuto tanta paura. Credevo che crollasse la casa. Mi sono riparato sotto gli architravi delle porte’.Gigliola Cinotti si trovava nel girdino della sua casa al momento del boato: ‘ non ho pensato minimamente al terremoto, perché subito ho visto i fumi alzarsi dallo stabilimento. Ho pensato al peggio, ma fortunatamente era domenica e gli operai non c’erano. Penso ‘ continua la signora Cinotti ‘ che Baiano necessiti di più sicurezza. È vero quaranta anni fa c’erano la metà della metà delle case. Ma oggi sono triplicate. Non si può non tutelare chi vi abita’. Molte persone, magari con parenti a Baiano, sono corse a rendersi conto dell’accaduto, vista anche l’interruzione delle linee telefoniche per ore. C’è chi, come Danilo Chiodetti, ha appreso la notizia dalla radio e si è precipitato a Baiano. Altri pensavano alla caduta di un aereo o a un attentato terroristico. Altri ancora si interrogavano sulla necessità di tenere uno stabilimento militare così vicino alle case. Molte ancora le voci che si potrebbero raccontare, ma una la gente di Baiano vuole che risuoni: sicurezza.
Baiano: evitata una strage
Esplodono 48.000 bombe. Panico tra la gente. Il conforto dell'Arcivescovo
AUTORE:
Francesco CarliniEleonora Rizzi