È sempre viva l’attenzione in città per la situazione dell’Ast, in attesa del vertice a palazzo Chigi. Una situazione fluida, nel succedersi di riunioni, incontri più o meno chiarificatori, con l’unica certezza, finora, che il reparto Magnetico dell’Ast sarà chiuso entro il settembre 2005, secondo le prospettive della multinazionale tedesca. Decisione ribadita dal nuovo presidente del comitato esecutivo della ThyssenKrupp Acciai speciali Terni Michael Rademacher, nominato a seguito delle dimissioni di Giovanni Bertoni. È sulla produzione dell’inossidabile, che ha garantito nello scorso anno 700 milioni di euro, che la Tk punta per il futuro del polo siderurgico ternano, con lo sviluppo di nuove produzioni di acciaio speciale e di qualità, per le quali sono previsti investimenti cospicui. ‘La produzione del magnetico – ha precisato Rademacher – ha subito negli ultimi due anni perdite per oltre 75 milioni di euro e non è in grado di competere con altri produttori’. Lo stesso, smentita la chiusura della Società delle Fucine e della Titania, ha fatto riferimento anche al Centro servizi, come struttura da potenziare, e al Tubificio per il quale sono in cantiere iniziative tecnologiche mirate per aumentarne l’attività. Ha quindi dato sicure garanzie per l’occupazione dei 350 dipendenti, che dal magnetico passerebbero alla produzione dell’acciaio inossidabile, e in qualche caso con il ricorso probabile agli ammortizzatori sociali. Sulla questione è intervenuto il vescovo di Terni mons. Vincenzo Paglia, che ha seguito personalmente la vicenda. ‘È necessario che non si prendano decisioni unilaterali contravvenendo agli accordi raggiunti in precedenza – sottolinea il Presule ternano – anche se ritengo che siano stati fatti dei passi positivi come l’assicurazione del mantenimento dell’occupazione e degli investimenti previsti per l’acciaieria. Quel che conta è la riproposizione di un tavolo di concertazione, aperto e senza pregiudiziali, per evitare rotture che porterebbero a conseguenze traumatiche per tutti. Ma il necessario sviluppo dell’impresa non può prescindere dalle ragionevoli garanzie richieste dai lavoratori’. Lo stesso Vescovo ha avuto un colloquio con il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta ‘il Governo è stato finora determinante nella risoluzione della precedente crisi e la riapertura del tavolo delle trattative è il segno di far pesare la forza governativa a livello contrattuale’ afferma il Presule. Un passo ulteriore mons. Paglia lo suggerisce in prospettive a lungo termine per il territorio ternano perché ‘la vicenda ripropone alla città la fretta d’individuare orizzonti produttivi più ampi, l’urgenza di focalizzare nuove prospettive di sviluppo’ ha sottolineato mons. Paglia. ‘Infatti, mentre ci si adopera per rendere l’industria dell’acciaio competitiva a livello internazionale, deve sorgere un dibattito costruttivo su nuove prospettive’.
Ast: piccoli passi avanti
Mons. Paglia interviene sulla vicenda che tiene col fiato sospeso centinaia di lavoratori ternani
AUTORE:
Elisabetta Lomoro