All’Assemblea ecclesiale umbra tenutasi il 18 e 19 ottobre a Foligno, sul tema “L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”, hanno preso parte oltre 400 delegati provenienti dalle 8 diocesi umbre. Umbria Radio li ha intervistati a caldo, subito dopo il lavoro dei tavoli di sabato mattina, per capire come hanno vissuto questo momento di comunione.
Fratel Paolo Maria Balducci dei Piccoli fratelli Jesus Caritas della famiglia di Charles de Foucauld, abbazia di Sassovivo, diocesi di Foligno
“L’Assemblea è un inizio sinodale, un inizio veramente bello, fatto di preghiera e di due relazioni magistrali, quella del prof. Luca Diotallevi e quella del vescovo di Novara mons. Franco Giulio Brambilla. Penso che abbiano delineato bene la situazione umbra, ma anche il modo per poter vivere l’oggi nella fede in Umbria.
Anche il clima dei tavoli di lavoro è stato molto bello, sempre all’insegna della sinodalità. Questa parola di solito appare un po’ vuota, ma in realtà è vivere un’esperienza di fraternità. Diverse diocesi che si incontrano e si parlano senza alcuna remora, ma con un clima di quella parresia (“libertà di dire tutto”) che è proprio del Vangelo”.
Giacomo Sciamanna, diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino
“Le relazioni sono state molto interessanti, si sono completate a vicenda. Nella prima, quella del prof. Luca Diotallevi, abbiamo analizzato in senso pratico quella che è la situazione umbra, quindi abbiamo affrontato delle problematiche che non devono comunque abbatterci perchè solo rimanendo uniti si affrontano le difficoltà. Nella seconda relazione, quella di mons. Brambilla, mi ha colpito invece il senso di missione che va a coprire e risolvere le problematiche prima accennate.
Nei tavoli abbiamo lavorato molto bene e molto in comunione fra di noi, c’è stata una discussione accesa su tutti i temi che ci sono stati affidati e penso che possa uscire fuori una buona relazione finale. Poi l’ultima parola spetta ai Vescovi, sperando che possano ascoltare le nostre voci”.
Maddalena Pievaioli, diocesi di Perugia – Città della Pieve
“L’Assemblea si è aperta in modo molto intenso, mi è piaciuta in particolar modo la rilettura che il prof. Diotallevi ha fatto di tutti i contributi diocesani perchè ci ha permesso di vedere davvero lo stato della situazione e della realtà delle nostre Chiese in Umbria, compresi i punti deboli. Ci è stata data una chiave di lettura di quali sono i nodi che poi portano a certe difficoltà.
Una relazione che sembrava pessimista ma che io ho trovato molto concreta e vera, è stata poi aperta alla speranza dalla relazione di mons. Brambilla che con il suo modo anche ironico di parlare ci ha permesso di cogliere tante feritoie che possono diventare finestre, cammini e percorsi per una Chiesa che sia sempre più una Chiesa in comunione e in uscita.
Il mio tavolo era composto da 15 persone provenienti da 6 diocesi. C’era una varietà di persone tale da permettere una ricchezza di contributi molto bella. Il clima che si è creato è stato talmente fraterno che uscendo ci siamo detti: “Noi l’abbiamo già fatta un’esperienza di Chiesa e di comunione, andiamo verso una Chiesa del futuro dove questa piccola esperienza possa dilatarsi”.
Alberto Coscia, diocesi di Perugia – Città della Pieve
“La relazione di Diotallevi ha fatto un esame di quella che è la situazione regionale. E’ stata una relazione per certi aspetti dura ma la realtà che viviamo è questa. Bisogna cercare di risollevare la questione già a livello parrocchiale e diocesano. Anche la relazione di mons. Brambilla è stata mirata. Bisogna operare verso le persone lontane dalla Chiesa con la carotà che il Signore ci propone.
Durante il lavoro dei tavoli ci siamo trovati tutti in linea con il programma che ci siamo dati. Ognuno ha espresso i propri dubbi e perplessità e ognuno di noi ha proposto non soluzioni ma possibili miglioramenti”.
Costanza Roldini, diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino
“Le relazioni della prima giornata sono andate proprio all’essenziale. La relazione di Diotallevi ha colto i punti di crisi, ma mi sembra anche che siamo riusciti a trarre del positivo da quel quadro, i punti di forza e di speranza per andare avanti.
Durante il lavoro dei tavoli si è instaurato un clima di schiettezza. Siamo riusciti anche ad individuare alcuni percorsi e prospettive che possono portarci a una riflessione e dei percorsi concreti da attuare nella nostra Chiesa. Siamo rimasti nel vissuto pratico della gente comune”.