È iniziata l’Assemblea ecclesiale dell’Umbria, in corso da oggi 18 ottobre, fino a domani a Foligno nella chiesa di San Paolo Apostolo, sul tema “L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”.
L’accoglienza degli oltre 400 delegati provenienti dalle 8 diocesi umbre è stata affidata a mons. Renato Boccardo, vescovo di Spoleto e presidente della Conferenza episcopale umbra.
Dopo i saluti iniziali, la lectio guidata da padre Giulio Michelini che ha anticipato le relazioni della prima giornata: quella socio-religiosa del prof. Luca Diotallevi e quella teologico-pastorale di mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vice presidente della Ceu.
I saluti di mons. Renato Boccardo
“Non dobbiamo tanto preoccuparci della tenuta del nostro tessuto organizzativo, ma concentrarci nella ricerca delle modalità e dei luoghi in cui oggi possa prendere forma un’esperienza cristiana in grado di dire il senso della vita, della solidarietà, della cura del prossimo e del creato”.
È il monito di mons. Renato Boccardo. Due giorni di lavori nei quali, ha detto mons. Boccardo, “bisognerà confrontarci con le domande della vita, con i mutevoli contesti storici e sociali; riflettere sul nostro contributo di cristiani alla società in cui viviamo, sui nostri modi di celebrare, di annunciare e di servire Cristo nel prossimo”.
Lo scopo è “trovare sintonia nello stile evangelico, sinergia nell’impiego delle forze, simpatia e passione nel guardare la vita della gente. Senza sognare soluzioni facili per una realtà complessa né cedere alla tentazione di diagnosi deprimenti; ma cercando piuttosto di individuare rimedi incoraggianti”.
Vorremmo individuare processi che, pur nella varietà e nella diversità delle diocesi, possano essere condivisi a livello regionale, per essere comunità incisive e profetiche, propositive e significative, richiamo forte e riferimento bello per le donne e gli uomini del nostro tempo.
Infatti, una Chiesa che si limitasse alla sola gestione del “dimagrimento” in atto del proprio corpo istituzionale (diminuiscono i preti, cala la frequenza domenicale, sempre meno sono quelli che si sposano in Chiesa, dopo la catechesi i fanciulli e i giovani se ne vanno…) diventerebbe una Chiesa ben presto incapace di dire parole significative ad una cultura in profonda trasformazione.
Dovremo perciò domandarci come mostrare che la fede è in grado anche oggi di fornire strumenti ed energie per la nascita di una forma inedita di umanesimo, favorendo l’insorgere di nuove esperienze e di nuove pratiche di vita cristiana.
Non dobbiamo tanto preoccuparci della tenuta del nostro tessuto organizzativo, ma concentrarci nella ricerca delle modalità e dei luoghi in cui oggi possa prendere forma un’esperienza cristiana in grado di dire il senso della vita, della solidarietà, della cura del prossimo e del creato.
E il frutto del lavoro dei 28 tavoli verrà consegnato ai Vescovi perché ne traggano orientamenti e linee concrete per una azione pastorale capace di caratterizzare il cammino delle nostre Chiese.
La lectio di padre Giulio Michelini
“Il Regno dei cieli non è astrazione, ma qualcosa che tocca da vicino l’uomo”. Così ha esordito padre Giulio Michelini, teologo e preside dell’Istituto teologico di Assisi, che ha tenuto una lectio incentrata sul brano evangelico Mt 13,44.
“Tesoro c’è ma è nascosto…lo assicura Gesù. È sotto la superficie, come la perla e i pesci. Il tesoro viene trovato cercando sotto terra. Ma è necessario un tempo di riservatezza, di attesa”.
Il punto è: “Siamo convinti che ci sia ancora un tesoro?
C’è qualcosa del regno che fatichiamo a vedere? Come immaginiamo oggi il tesoro, quale è la cosa per la quale si è disposti a lasciare tutto?”
Anche la conclusione della lectio ha lasciato degli interrogativi su cui riflettere: “Posto che un tesoro c’è, dove lo cerchiamo? Quale campo sta arando la chiesa umbra, siamo sicuri che troveremo li il tesoro? Che cosa è che muove le nostre chiese umbre, è la gioia o la paura di perdere qualcosa, l’inerzia?”