Arzebaijan, arrivederci

La delegazione diocesana torna da Baku, portando l'immagine di una città viva, dove tra i pochi cattolici 'si intravede qualche segno di vocazione al sacerdozio'

‘Verremo con i nostri giovani’. Questa la promessa lanciata dalla delegazione diocesana che ha visitato la comunità cristiana di Baku, Azerbaijan, nei giorni scorsi. Sono infatti tornati lo scorso fine settimana l’arcivescovo Riccardo Fontana, don Mario Curini, arciprete di Norcia, e don Vito Stramaccia, direttore della Caritas diocesana, da una spedizione durata poco più di una settimana e che ha visto la presenza dei rappresentanti umbri dapprima in Azerbijan e, poi, in Georgia.’In Azerbaijan – come racconta don Mario – abbiamo incontrato la comunità cristiana di Baku. La comunità è composta di tre sacerdoti salesiani e un fratello laico, al fianco di circa quattrocento persone: tutto ciò in una città che conta 2milioni di abitanti. Abbiamo trovato una città viva, dove la gente proviene da un ‘ambito culturale’ islamico (inteso come formazione culturale), dove ci sono attivissimi gruppi di ragazzi che si danno da fare, e dove si intravede probabilmente anche il segno della vocazione al ministero ordinato. L’Azerbaijan è un Paese in via di sviluppo, grazie anche alla presenza di petrolio, ma c’è ancora una vasta parte della popolazione che vive in condizioni disagiate, ed è per questo che abbiamo promesso il nostro aiuto. Ci siamo impegnati anche ad andare, in estate con i nostri ragazzi, per un campo di formazione insieme’. La delegazione si è poi spostata in Georgia, nella seconda parte della settimana, dove ha visitato le varie strutture locali adibite alla carità. Un rapporto che dura già da alcuni anni, quello con la Caritas della Georgia, che ha fatto sì che si inviassero a inizio febbraio aiuti alla popolazione bisognosa per il terzo anno, attraverso il coinvolgimento delle comunità parrocchiali del territorio spoletino-nursino nel periodo natalizio e d’Avvento. In Georgia, mons. Fontana e due rappresentanti del clero italiano hanno incontrato tutti i capi religiosi del posto, che hanno dimostrato come sia possibile convivere insieme, senza il bisogno di prevaricare l’uno sull’altro, come spesso appare. La visita dell’Arcivescovo in questi Paesi è stata dunque un’esperienza significativa sul piano caritativo ed ecumenico, che ha visto l’apertura di due centri importanti: nel Caucaso, il presule ha presieduto la benedizione della nuova cappella delle suore di Madre Teresa di Calcutta di Baku, posta all’interno della struttura per i senzatetto; poi, in Georgia, un altro stabile, il Centro di fisioterapia della Caritas, finanziato dall’ospedale Santo Spirito di Roma.

AUTORE: Eleonora Rizzi