Ha aperto i battenti il 23 aprile a Novi Sad nella Repubblica Serba la mostra “Umanesimo e Rinascimento nell’Appennino centrale: paralleli”. Una rassegna che ha portato nella importante città balcanica alcuni capolavori del Rinascimento italiano, solitamente custoditi in Umbria, Marche, Toscana ed Emilia Romagna. In particolare, sono i tesori umbro-marchigiani a testimoniare lo splendore dell’arte italica quattro-cinquecentesca, quella delle Corti e delle Signorie. Tesori del Bello che si mettono in dialogo con le opere custodite nella galleria Matica srpska di Novi Sad.
L’operazione rientra in un progetto per il periodo 2012-2015.
Nella direzione di uno sviluppo consapevole e partecipato, e in particolare nel segno della tutela e del restauro dei beni culturali, va anche l’accordo firmato tra le autorità locali serbe e la Sovrintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici dell’Umbria, rappresentata a Novi Sad dal soprintendente Fabio De Chirico.
Tra i protagonisti del Rinascimento italiano in mostra a Novi Sad, figurano in particolare il gonfalone processionale eugubino che raffigura Cristo con la croce e i santi Ubaldo e Francesco, una tempera bifacciale attribuita alla bottega urbinate di Giovanni Santi.
Da Gubbio, accompagnato da mons. Giuliano Salciarini in rappresentanza della diocesi, è arrivato il leggio della chiesa di San Domenico, pregevole opera lignea del Quattrocento, realizzata grazie al mecenatismo di Federico da Montefeltro.
L’altra testimonianza che racconta dei fasti della corte dei Duchi di Urbino è la riproduzione fotografica a grandezza naturale dello Studiolo feltresco realizzato per il palazzo ducale di Gubbio, il cui originale è ora conservato al Metropolitan Museum di New York. Lo Studiolo è stato ricreato in maniera assolutamente fedele e riposizionato nello stesso ambiente che occupava nella residenza eugubina di Federico, grazie al lavoro dei maestri ebanisti eugubini Minelli.
E poi, ancora, in Serbia sono arrivate le maioliche dell’antica Casteldurante, oggi Urbania: altro vanto artistico del Ducato urbinate.
Lo scambio artistico e culturale tra Italia e Repubblica di Serbia ha anche una grande importanza umanitaria, come canale di dialogo e di scambio di esperienze con una Paese che sta uscendo a fatica dalla sanguinosa guerra civile che ha infiammato l’area balcanica negli anni Novanta all’epoca del regime di Milosevic.
Ora la Serbia è un Paese in crescita, dal livello di sviluppo medio-alto, che punta a uscire dall’isolamento degli ultimi anni e che nel 2012 si è candidata per l’ingresso nell’Unione europea. Un isolamento politico internazionale che potrà essere spezzato anche grazie a iniziative come la mostra d’arte dedicata al Rinascimento nell’Italia centrale.