Armando, il perugino delle favelas

Intervista al missionario salesiano Armando Catrana, nel Mato Grosso del Sud

Era passato solo per un saluto e, come ha detto, per ringraziare per il settimanale La Voce che gli arriva nella sua postazione operativa brasiliana di Tres Lagoas nel Mato Grosso del Sud, portandogli notizie da Perugia e Umbria, e consentendogli un continuo legame con le sue origini. È Armando Catrana, perugino doc, ormai 71 anni, portati benissimo avendo un fisico da atleta e con tutti i capelli, quasi una criniera, brizzolati e curati. Chi fa quel lavoro da leader e guida, maestro, imprenditore e manager, deve avere anche un fisico corrispondente. Ma tutte queste cose, dice, non contano nulla. Conta l’essere e il sentirsi religiosi a servizio della fede, della Chiesa e dei poveri, in mezzo a difficoltà e incomprensioni e persino avversità. Il discorso amichevole svolto con noi nella sede della redazione de La Voce scorre rapidamente e ci fa intravedere questa località, Tres Lagoas, dove 15 anni fa una ditta con 15 mila operai aveva costruito una grandissima diga di 5 chilometri sul fiume Paranà; poi, terminati i lavori sono partiti tutti, portandosi via quello che era possibile e lasciando le infrastrutture come strade, fogne, acqua, luce. Ora c’è una favela di 10 mila abitanti e lì Armando otto anni fa si è insediato e vi ha costruito la sua opera: il ‘Centro giovanile Gesù adolescente’, che attualmente conta 800 ragazzi e ragazze iscritti all’oratorio e 550 alunni che frequentano il Centro professionale. Per la precisione 15 corsi diversificati secondo le varie professionalità, che si svolgono al mattino, pomeriggio e sera, coordinati e svolti da 28 collaboratori regolarmente stipendiati. Un’opera, come si può capire, nel più puro stile salesiano, ed inoltre di grande impegno, bisognosa di enormi risorse umane ed economiche. Maestro Catrana deve rispondere alle molte richieste, anche da parte dei poveri della favela che non mancano di chiedere, anche con insistenza. Lui conta molto sulla Provvidenza, che si è manifestata e continua a manifestarsi in modo particolare attraverso gli amici italiani e perugini, costituiti in associazione, che tiene vivo nel tempo l’impegno a sostenere l’opera di Armando, anche se le risorse a disposizione rimangono sempre al di sotto delle necessità, soprattutto in questo periodo di crisi. La presenza di questo salesiano cattolico nel territorio è una testimonianza non solo di carità e solidarietà, ma anche di fede cattolica, d fronte alle forme distorte di religiosità che ottengono risultati nella credulità popolare. In quel piccolo territorio ci sono infatti 17 gruppi genericamente detti ‘evangelici’. I più agguerriti nel proselitismo e nella critica anticattolica sono gli spiritas, spiritisti che hanno denunciato la sua scuola al Governo brasiliano. Armando è stato sottoposto ad un’ispezione, dalla quale è uscito con onore ed elogi da parte degli stessi ispettori governativi. L’accanimento delle sette contro di lui e la sua scuola, ci ha raccontato, è esploso in modo più acuto quando in cima ad una torre contenente acqua, alta 16 metri, ha posto una statua della Madonna Ausiliatrice. Da allora, alcune famiglie non hanno più mandato i figli a scuola. Armando fa un’azione missionaria in un senso ampio, ma vero e proprio, ed ogni anno battezza 25-26 ragazzi di 16-17 anni. ‘Anche se il mio lavoro è prevalentemente sociale, la mia vocazione è missionaria, nel cuore della Chiesa e non altro’, confessa Armando esplicitamente. E ringrazia La Voce che gli giunge sempre, anche se con dei ritardi, a ricordargli il legame con la nostra Chiesa perugina, di cui si sente membro e nella quale trova aiuto e sostegno in senso spirituale e materiale.