Aria di ottimismo in entrambi i Poli

ELEZIONI. I candidati umbri

Dopo le alchimie per la composizione delle liste elettorali nella circoscrizione umbra di Camera e Senato, ora è il momento della presentazione dei candidati, con il tentativo, neppure velato, di far passare in secondo piano le polemiche. E c’è spazio per l’ottimismo dei due maggiori partiti. I Ds puntano ad almeno quattro deputati nella lista dell’Ulivo con qualche speranza di aggiungere anche il quinto, e a due senatori, ma ci sono le condizioni anche per l’elezione del terzo senatore, secondo il segretario regionale, Fabrizio Bracco. Forza Italia pensa a quattro parlamentari, e magari a qualche rappresentante in seno al Governo, nel ruolo di sottosegretario. ‘I candidati – ha commentato Bracco – sono espressione della ricchezza del nostro partito. La nostra lista, nelle sue diverse articolazioni, tenta di rappresentare le esperienze con cui i Ds dell’Umbria si sono in questi anni confrontati: esperienze nazionali, amministrative, politiche e sindacali’. Il segretario Ds ha criticato la legge elettorale perchè ‘altera il rapporto fra eletti ed elettori’, affermando che i Ds hanno cercato di utilizzarla secondo la loro tradizione, privilegiando il rapporto fra territorio, società e rappresentanze. ‘Il nostro obiettivo è di confermare i risultati delle precedenti elezioni, provinciali e regionali, quando gli umbri hanno votato massicciamente il nostro partito e la nostra lista: con quei risultati siamo in condizione di sconfiggere una legge elettorale che penalizza le coalizioni che hanno maggiore consenso’. Per il coordinatore regionale di FI, Luciano Rossi, c’è ‘la certezza di potere rappresentare le aspettative dell’Umbria nel Parlamento (con due donne e due uomini) e nel Governo nazionale. Possiamo mirare alto. In particolare Franco Asciutti, che ha ricoperto il ruolo di presidente della commissione cultura al Senato. Inoltre – è stato sottolineato – nella proporzione numerica degli 800 mila abitanti, con circa 70 tra ministri e sottosegretari, all’Umbria dovrebbero toccare almeno due sottosegretari’. Per le liste, secondo Rossi, i componenti sono ‘ben distribuiti sui territori regionali. Abbiamo tenuto nella meritata considerazione – ha osservato – i giovani, i meno giovani, le donne, le diverse espressioni territoriali’. Rossi ha minimizzato la polemica sollevata da Enrico Melasecche, che ha chiesto ed ottenuto di uscire dalla lista del Senato perché collocato in una posizione (al quarto posto) che difficilmente gli avrebbe consentito l’elezione. La protesta del consigliere regionale azzurro si basava sul fatto che il territorio ternano veniva escluso dal Parlamento. In queste situazioni le vicende personali si mescolano a questioni reali. La verità sta un po’ in mezzo anche se è facile liquidare la faccenda come volontà di protagonismo quando la polemica viene commentata da chi si è garantito un seggio sicuro (in questo caso Rossi). Ma c’è anche chi si schiera contro ‘le furbizie’ dei Ds locali per rincorrere il voto dei cattolici. Il senatore uscente dell’Udc, Maurizio Ronconi (candidato a Montecitorio in Umbria e Toscana) parla di una campagna elettorale ‘fatta di proposte concrete e non di effetti speciali’. Le due liste, presentate alla Camera e al Senato, ‘non sono un elenco raffazzonato di nomi, come quelle di altri partiti in Umbria’, è stato detto da Ronconi che ritiene ‘furbo’ l’atteggiamento dei Ds umbri nei confronti dei cattolici: ‘Sui temi più importanti, come quello delle coppie di fatto, sono lontani mille miglia, ma poi – afferma il senatore Udc – mettono in lista qualcuno che dice di rappresentare quel mondo’.

AUTORE: R. C.