Con questo primo numero del nuovo anno, 2005, sarebbe giusto e opportuno fare un bilancio insieme ai nostri lettori. Lo fanno tutti. le famiglie, le aziende, le banche, gli enti pubblici, regioni, province, comuni, gli ospedali, meglio detti aziende ospedaliere, aziende, appunto, lo Stato complessivamente e nelle sue articolazioni ministeriali. Normalmente i bilanci vengono fatti soprattutto sul piano economico, dare e avere, guadagni e perdite, attivo e passivo, debiti e crediti, chi vince e chi perde, chi sale e chi scende. Una lotta. Se le cose non sono tragiche succede che le cifre fornite dai ragionieri, economisti, sociologi ed esperti in genere vengono lette in modo diverso, pur essendo le stesse, e talvolta anche con significato opposto. È la scontata logica del bicchiere che per gli uni è mezzo pieno per cui, tutto sommato, si può stare contenti, per gi altri invece è almeno per la metà vuoto, e quindi c’è da preoccuparsi. Per venire fuori da questa situazione che provoca la sospensione del giudizio da parte di chi non ha particolare interesse politico a difendere una posizione o l’altra (maggioranza o opposizione), si dovrebbe poter stabilire se l’acqua del bicchiere, si fa per dire, stia salendo o scendendo, quello che si dice il ‘trend’ dello sviluppo. Su questo punto si dovrebbero appuntare l’attenzione e la riflessione. Si potrebbe scoprire, ad esempio, che il bicchiere sia bucato e perda irrimediabilmente acqua e allora non si tratterebbe di acqua soltanto, ma di bicchiere, e cioè di cambiare radicalmente il sistema, insomma una specie di rivoluzione culturale che dovrebbe comprendere il cambiamento dello stile della vita e del modo di impostare i problemi della società. La questione della fame nel mondo, della violenza e dell’ambiente fanno pensare che tale cambiamento sia necessario e urgente. Ma anche qui le valutazioni e più ancora le decisioni si fanno difficili perché molteplici e complesse. Che cosa producono in positivo o in negativo, ad esempio, la legge di bilancio, il taglio delle tasse deciso dalla maggioranza, le leggi di riforma di articoli della Costituzione, o gli Statuti regionali, la scelta del personale politico e amministrativo, il numero e lo stipendio dei numerosi svariati consigli, la attivazione di grandi opere, la liberalizzazione del commercio a livello planetario, la legge sull’immigrazione, il commercio delle armi, la crisi della famiglia, la riforma scolastica e così via? Un complesso di fattori muove il processo di sviluppo umano ed ognuno di tali fattori può essere causa di disordine, secondo quel principio che il bene è l’armonia del tutto mentre il male può essere causato da ogni singolo difetto (Bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu). Questo implica che nel gestire la cosa pubblica si deve stare molto in guardia per non fare errori. La politica allegra e superficiale a nessun livello è consentita. Se non altro si deve evitare di fare danni (si pensi ai fallimenti industriali o finanziari). Un bilancio da fare, quindi, come un esame di coscienza per vedere se e dove si è sbagliato e semmai correre ai ripari. Ci troviamo inoltre nel presente e nel prossimo futuro di fronte a scenari vasti di dimensione europea e mondiale, tali che nessuna organizzazione singola è attualmente in grado di controllare. Come lo ‘tsunami’, come il terrorismo internazionale e la guerra preventiva. Insomma si fa fatica a rispondere alla domanda: dove stiamo andando? Eppure non possiamo lasciarla cadere. Lasciando da parte l’ottimismo di maniera utilizzato come placebo per menti deboli e esorcizzando il catastrofismo sadico che aggiunge sofferenza psicologica indotta alla sofferenza insita nelle vicende umane, la nostra opinione è ‘realisticamente’ positiva. A nostro avviso l’umanità, attraverso l’esperienza sofferta delle sue sconfitte, sta diventando matura. Le guerre, il terrorismo, il fanatismo, il dispotismo tirannico. sul piano politico hanno dimostrato la loro inefficacia e la loro assurdità. Sul piano economico il collettivismo socialista e il mercantilismo selvaggio e la mano libera lasciata alle multinazionali hanno dimostrato che non garantiscono benessere e sviluppo economico e sociale. Le grandi e utopistiche sperimentazioni di ingegneria sociale di tipo colonialistico e paternalistico per superare il tribalismo e il nazionalismo e il razzismo sono frantumati nel genocidio. Insomma gli dèi e le mitologie politiche sono crollate. Chi avrà il coraggio di elaborarne di nuove? Un progresso nel cammino della storia si può trovare là dove è avvenuta una crescita nel processo della formazione delle coscienze sulla base di valori che si trovano complessivamente riuniti nel concetto alto e autentico di democrazia occidentale, quella, per intenderci, di cui hanno parlato e per cui hanno operato La Pira e De Gasperi e attualmente il Presidente Ciampi. Un esempio è l’allargamento fino a 25 paesi dell’Unione Europea. E la Chiesa? Guardando al vecchio Papa si possono scorgere nel suo volto i tratti della condizione in cui versa la Chiesa, vecchia, anzi antica, ferita da molti malanni, indomita, mentre raccoglie le energie, si concentra nell’esprimere parole coraggiose di ammonimento, anche aspro, e inusuali di speranza di pace. Una Chiesa che sta operando in trincea e nei sotterranei della storia attuale, oltre che nel proscenio delle spettacolari manifestazioni di massa. In ogni caso annuncia il vangelo di cui il mondo necessita ed invita uomini e religioni a lavorare per costruire beni e valori, collegamenti e tracce di percorsi, sponde e connessioni, strade e ponti, ognuno per la sua parte. Il regno di Dio è più vicino di quanto si possa immaginare.
Appunti per un bilancio di inizio d’anno
Dove andremo? Difficile rispondere, ma una cosa è certa: il cammino dell'umanità non si ferma...
AUTORE:
La Voce