Così il 18 gennaio scorso Avvenire titolava la relazione dell’udienza di Benedetto XVI alle 230 famiglie con figli inviate in missione in 46 Paesi del mondo, che si aggiungono alle 600 famiglie già inviati negli anni passati. A quell’udienza io c’ero, e c’erano anche altri vescovi e cardinali, compreso mons. Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione. Dovrebbe essere chiaro a chiunque il significato di questo evento: la nuova evangelizzazione non è più uno slogan inventato da Giovanni Paolo II, ma un dato di fatto e una necessità evidente, cui le comunità cristiane, cioè diocesi e parrocchie, devono ormai dare risposte concrete e sollecite, preparando adeguatamente i nuovi missionari. Ma come? Quello benedetto dal Papa è un modo di rispondere al bisogno, ma la fantasia creatrice dei cristiani deve trovare anche altre risposte, soprattutto all’interno della comunità ecclesiale. A questo servizio stanno pensando seriamente i movimenti ecclesiali, i quali, grazie a Dio, fioriscono anche… d’autunno. Buon per noi che i Papi vanno avanti, incuranti di tante difficoltà più psicologiche che obiettive, prendendo invece sul serio le parole di Paolo: “Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono” (1Tim 5,14-21). Segno di speranza sono anche i tanti seminaristi (oltre 2000) disponibili pure essi per la missio ad gentes in tutto il mondo. Questi dati di fatto sopravanzano i nostri dubbi e le nostre perplessità, e ci incoraggiano a sperare e ad osare; e se i frutti sono buoni, vuol dire che anche gli alberi che generano quei frutti sono buoni (Mt 7,17). Mi sembra importante segnalarli perché sono motivo di incoraggiamento e di speranza, e ci chiedono di puntare decisamente e necessariamente su una formazione cristiana a piccoli gruppi, durevole, seria, paziente, continua, motivata, verificata, quale che sia l’associazione o il movimento o il gruppo che la propone. L’evento cui sto facendo riferimento è l’incontro del Papa con i neocatecumeni di varie regioni d’Italia, ai quali ha pure restituito, revisionato e corretto, il loro Direttorio catechetico approvato dal competente Consiglio per i laici, da lui definito “un passo significativo per le modalità d’una attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana”.Da queste iniziative ed esperienze il Papa si attende molto per la rinnovazione dell’annuncio cristiano oggi; l’istituzione d’un nuovo organismo vaticano a questo scopo parla chiaro. La pastorale parrocchiale e diocesana non può non tenere conto di questi esempi, avviando, d’accordo con il Vescovo, percorsi di radicale “nuova” evangelizzazione. Mi sia consentito ricordare, a questo proposito, una esperienza di parecchi anni fa (1980), avviata dai Vescovi umbri per rispondere alle esigenze già allora avvertite di nuova evangelizzazione, e cioè il percorso biblico “Shalom”, basato su unità tipologiche della Parola di Dio, e realizzato dal Centro regionale umbro di pastorale (Crup). Intendeva essere un sussidio per un cammino di fede “umbro” (non dispiaccia questa presunzione…), che fu stampato in fascicoli ed anche in volume unico dall’editrice Queriniana con prefazione del card. Carlo Maria Martini, il quale lo salutò come “un itinerario biblico di fede per gli adulti” al fine di “rispondere alla fame di Parola che caratterizza il nostro tempo”. A quel cammino s’abbinava un analogo percorso liturgico e più iniziative coraggiose di carità, ancor oggi esistenti. Se ricordiamo oggi quell’evento per tanti aspetti ormai superato, è per dire che in regione la passione d’una nuova evangelizzazione viene da lontano, trovando oggi sbocchi più consoni nei movimenti e nelle nuove forme di vita. Quel che non va bene è semmai l’indifferenza o il pessimismo.
Annuncio senza confini
Parola di Vescovo
AUTORE:
Giuseppe Chiaretti