Analisi chimica dell’aria della Conca

Arpa Umbria si è rivolta a un laboratorio del Politecnico di Milano per monitorare l’inquinamento “odorifero” della zona

A causa della formazione di nubi maleodoranti, che da quasi tre anni invadono il territorio della Conca ternana, l’Agenzia per la protezione ambientale (Arpa) dell’Umbria, per studiare questo fenomeno molto complesso, si è rivolta al Politecnico di Milano – dipartimento di Chimica, materiali e ingegneria chimica “Giulio Natta” ed in particolare al Laboratorio olfattometrico. “La base di questo lavoro, potrà servire alle istituzioni locali a definire delle linee guida in grado di offrire una risposta per il benessere delle persone” afferma Svedo Piccioni, direttore generale di Arpa Umbria. Nel corso dello studio, che si è sviluppato tra febbraio e settembre 2009, sono stati predisposti tavoli tecnici aziendali, al fine di analizzare i cicli produttivi delle aziende del territorio maggiormente significative in termini ambientali, ed identificare le possibili sorgenti di odore, definendone le emissioni da campionare. Le aziende che hanno preso parte a questo studio sono: polo siderurgico: ThyssenKrupp Acciai speciali Terni; polo chimico: Basell, Meraklon, Novamont, Treofan; polo energetico e rifiuti: Asm, Printer, Terni En.A; depuratori acque reflue: depuratore “Terni 1” gestito da Asm, depuratore Consorzio Polymer, depuratori Idapix e Sida di Tkl-Ast; mattatoio comunale gestito da Butcher Service. “Ciò che è emerso da questa indagine – sostiene l’ingegner Selena Sironi responsabile tecnico del Laboratorio olfattometrico del Politecnico di Milano – è che siamo di fronte ad un problema complesso, non riconducibile ad un unico soggetto, ma frutto della concorrenza di più impianti industriali che contribuiscono in maniera determinante all’impatto olfattivo su una fascia di territorio monitorato di oltre 64 chilometri quadrati”. La ricerca ha mostrato che il 51 per cento della portata odorigena è attribuibile al polo siderurgico, il 29% proviene dal polo chimico e il 20% dal complesso degli altri impianti monitorati. “Tuttavia – precisa l’ingegner Laura Capelli del Laboratorio olfattometrico – il modello matematico ha evidenziato che, in ragione della tipologia di sorgenti emittenti, l’impatto generato dal 20 per cento di quelli che abbiamo definito “altri impianti” ha un effetto pari a quel 51 per cento prodotto dal polo siderurgico”. Lo studio, seppure condotto su un numero abbastanza esiguo di casi, ha mostrato una buona corrispondenza tra le segnalazioni dei cittadini e il modello matematico. “Questo studio è molto importante – sottolinea il direttore del dipartimento Arpa di Terni Adriano Rossi – perché oltre a fornire un quadro generale delle emissioni odorigene dei singoli stabilimenti, è riuscito anche a scomporre le singole fasi del ciclo produttivo, permettendo così ad Arpa di avere punti di riferimento più certi sia in fase di autorizzazione che di controllo”. Benedetta RinaldiAlla Tk-Ast nuovi mpianti per l’ambienteL’azienda ha speso 17 milioni di euro per un moderno impianto di abbattimento polveriUn impianto per l’abbattimento delle polveri capace di captare il 98% delle polveri dei forni fusori elettrici 4 e 5, a basso inquinante acustico e che permette un risparmio energetico garantito dall’uso di motori a frequenza variabile. È quello che dalla fine di agosto è in funzione all’interno dello stabilimento ternano della Tk-Ast: un impianto di aspirazione e abbattimento polveri che è costato 17 milioni di euro. “Ambiente e fabbrica sono due valori essenziali per il sistema produttivo e, unitamente alla sicurezza, non sono subordinati ad altri” ha detto Harald Espenhahn, amministratore delegato della Tk-Ast presentando la nuova struttura, che, ha aggiunto “intende dare un fondamentale contributo al miglioramento delle condizioni ambientali della fabbrica e della città”. Per costruire il nuovo impianto del forno 5 sono state necessarie 100 mila ore di lavoro di 15 imprese, a testimonianza della complessità della realizzazione della struttura che presenta sistemi filtranti, di raffreddamento e di aspirazione improntati alle più moderne tecnologie. Il camino in acciaio è alto 46 metri con emissioni inferiori ai 5 milligrammi al metro cubo e con captazione delle polveri maggiore del 98 per cento rispetto al sistema precedente. Il sistema ha così raddoppiato la capacità di aspirazione totale e filtraggio per garantire minime emissioni di polveri in atmosfera che inevitabilmente si avevano durante la fase di carica, a dimostrazione del contributo concreto per creare condizioni di uno sviluppo ecocompatibile dello stabilimento e confermando così gli impegni presi nell’ambito del tavolo ambientle di Terni. La ThyssenKrupp, negli ultimi tre anni, ha investito nel sito ternano 35 milioni di euro a conferma della volontà di stabilizzarsi sempre più sul territorio. “L’azienda è viva – ha aggiunto Espenhann – e tra poco sarà fuori dall’attuale fase di crisi”.

AUTORE: Elisabetta Lomoro