La situazione economico-occupazionale del comprensorio e della fascia appenninica si aggrava sempre più pesantemente. La descrivono con crudezza alcuni dati forniti dal consigliere regionale Andrea Smacchi riferiti ai Comuni di Gubbio, Sigillo, Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Valtopina, Scheggia, Valfabbrica: 711 aziende hanno fatto richiesta della cassa integrazione in deroga per un totale di 2.749 lavoratori, più di 14.000 persone non hanno un lavoro o sono in regime di ammortizzatori sociali, 8.433 sono gli iscritti ai Centri per l’impiego, ben 4.009 risiedono nell’Eugubino.
Un quadro così preoccupante rischia di aggravarsi ancora per effetto della crisi del gruppo Indesit Company nei cui stabilimenti marchigiani di Melano ed Albacina lavorano maestranze provenienti da Gubbio, Gualdo Tadino, Scheggia, Sigillo, Fossato, da quella fascia appenninica che sta soffrendo più di qualsiasi altra realtà regionale.
Il piano illustrato dalla Indesit alle organizzazioni sindacali prevede in tutto 1.425 esuberi, di cui 480 negli stabilimenti di Albacina e Melano. “Per noi è una notizia sconvolgente – ha dichiarato un componente del direttivo Uil – destinata ad avere riflessi drammatici”.
Una vicenda che si aggiunge alle crisi dell’ex Antonio Merloni, della Faber dell’edilizia e di tanti altri comparti. “Quello che rischia di verificarsi nel territorio della fascia appenninica – ha dichiarato Smacchi – è un vero tsunami che può mettere a repentaglio la tenuta economica e sociale di una vasta area dell’Umbria e delle Marche. Per questo – ha annunciato – ho depositato un’interrogazione urgente alla Giunta regionale, poiché ritengo necessaria ed urgente un’azione concreta ed incisiva dell’Umbria su una vicenda che ci riguarda molto da vicino”. La presidente Marini – prosegue – dovrebbe chiedere “un incontro all’amministratore delegato di Indesit Company Marco Milani, come ha fatto il presidente delle Marche, Spacca. Un’azione sinergica delle due Regioni può e deve essere messa in campo”, così come è tempo di cogliere “l’occasione della nuova programmazione dei fondi strutturali 2014 -2020 per prevedere una serie di interventi miranti alla reindustrializzazione delle aree più depresse”.
In questa situazione, preziosa e lungimirante la recente firma della convenzione Caritas-Cariperugia-Comune-Cesvol che mette insieme risorse (100 mila euro, servizi compresi) da destinare ai bisogni immediati ed urgenti (affitti, cibo, servizi, medicine, ecc.). È il momento che la solidarietà si esprima con massima generosità.