La profezia si compie! Lo annuncia la Parola di questa quarta domenica d’Avvento. David, il re secondo il cuore di Dio, ha appena realizzato la più importante delle imprese, ha cioè trasportato l’Arca del Signore in Gerusalemme, ed ora ciò che più desidera è costruire una dimora per il Signore. Stando ai dati biblici, siamo circa l’anno 1000 a.C. e David che abita in un palazzo di lusso (di cedro del Libano), come è suo solito, consulta il Signore attraverso il profeta Natan, che lo asseconda confermandolo nella sua intenzione.
Ma ecco che l’autore del II libro di Samuele cambia immediatamente la scena e nella “notte” Natan riceve la rivelazione che è il compimento della storia del popolo biblico: il Signore farà una casa a David! In ebraico bajit / bet vuol dire ‘casa’, ma anche ‘casato’, ‘famiglia’ ed è questa seconda accezione che riguarda il nostro brano perché continua assicurando a David: “La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”. Lo stesso Salmo responsoriale (88) riprende e canta la promessa del Signore a David e vi aggiunge la dichiarazione di eterno amore da parte del Signore: “Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele”. San Paolo nella benedizione finale della Lettera ai Romani si riferisce proprio a questo evento “avvolto nel silenzio per secoli eterni”, ma che ora in Cristo è stato“manifestato” per un respiro più ampio in quanto viene “annunciato a tutte le genti perché giungano all’obbedienza della fede”. E la pagina del Vangelo ci presenta il ‘sì’ che ha dato la svolta alla storia dell’umanità, proprio secondo le ‘attese’ davidiche: Giuseppe è infatti della Casa di David, il Bambino riceverà il trono di David e il suo regno non avrà mai fine. Come è avvenuto per Giovanni Battista, anche la nascita di Gesù è annunciata da un angelo, Gabriele, di cui ci parla il profeta Daniele (8,16) e l’etimologia del suo nome vuol dire “forza di Dio”. È uno dei 4 angeli che circonda il trono di Dio, e secondo l’apocrifo Libro di Enoch è il capo degli eserciti divini. Ma sostiamo su alcune definizioni di Maria che vengono messe in risalto dall’arcangelo. Gabriele saluta Maria dicendole: “Rallegrati, piena di grazia” espressione che in greco è resa con due verbi che hanno radici somiglianti e significati complementari esprimendo la gioia (chaire) e la grazia (charitoo) e come è nello stile narrativo ebraico il concetto viene ripetuto: “hai trovato grazia presso Dio”. Ma mentre queste caratteristiche sono attribuite anche ad altre figure veterotestamentarie (Gen 6,9;Sof 3,14), qui c’è un passaggio che non è mai riferito ad essere umano: “Lo Spirito santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”. “Coprire con l’ombra” è usata per significare la presenza divina nel santuario. Si pensi alla nube che copriva la Tenda del convegno e “la gloria del Signore riempiva la dimora” (Es 40,34-35); come anche alla nube che era la gloria di Dio che sovrastava il monte Sion (Is 4,5), o a quella che stava sopra gli israeliti in cammino nel deserto (Nm10,34) o ai due cherubini che con l’ombra delle loro ali spiegate coprivano l’Arca dell’alleanza del Signore (Es 25,20). Maria è ‘coperta’ dalla potenza dell’Altissimo e in lei viene a prendere dimora il Signore. La casa che David voleva costruire al Signore, ora è il Signore stesso ad averla scelta. E come ‘santo’ era stato annunciato il discendente di David, così “colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio”. Maria risponde affermando di essere la “serva del Signore”. Nell’AT la Maria sorella di Mosè e di Aronne, e la figlia di Iefte avevano fatto della loro vita un servizio-offerta al Signore e alla comunità. Maria di Nazareth è il modello di vita consacrata al Signore. È una “vergine di nome Maria”: il greco parthenos traduce sia l’ebraico betulà, cioè ‘vergine’, che ’ almah, cioè ‘giovane non sposata’. Ma Maria è già ‘legalmente’ sposata a Giuseppe, quindi qui il significato è ‘vergine’. Come la generosità di David per il Signore è stata ricompensata al di sopra di ogni immaginazione, così la generosità di Maria: la “piena di grazia”, cioè colei che “è piena della presenza di Dio e, se è abitata da Dio, non c’è posto in lei per il peccato” (Papa Francesco, 08.12.2017) è stata coronata dal mistero del concepimento verginale.
Quanto si realizza in Maria è un prodigio che ci invita alla contemplazione, al silenzio e alla gratitudine. È un evento che ci induce a non esitare a essere generosi con la nostra vita nei riguardi del Signore; e in attesa della nascita di Gesù possiamo allora ossequiosamente rivolgerci alla Madre del Salvatore con questa bellissima antifona: “Tu che, accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, Madre sempre vergine, pietà di noi peccatori”.
PRIMA LETTURA
Dal II Libro di Samuele 7,1-5.8b-12.14a.16
SALMO RESPONSORIALE
Salmo 88
SECONDA LETTURA
Dalla Lettera di Paolo ai Romani 16.25-27
VANGELO
Dal Vangelo di Luca 1,26-38